
L’escursionismo (trekking) è un’attività motoria e sportiva basata sul camminare (riportato da Wikipedia), pertanto dalle nostre pagine vogliamo da oggi iniziare a parlare non solo di calcio, basket, pallavolo ecc., ma anche di questa splendida disciplina che ci permette non solo di fare una “sana” attività fisica, ma ci fa conoscere posti che, a due passi da noi ci fanno “vivere” la nostra amata terra. “Un posto di Calabria” è la storia di un’associazione di giovani – ma non solo – appassionati escursionisti che puntano alla rivalutazione del proprio territorio. Un posto di Calabria è una storia di speranza. Speranza che, attraverso la scoperta e la conoscenza dei luoghi naturalistici calabresi, veri diamanti dell’intera penisola italiana, si riesca a comprenderne la preziosità e a tutelarne l’incolumità contro ogni forma di disprezzo e di superficialità. Perché conoscere la storia di componente della nostra terra, dai torrenti ai minerali alla ricca flora, è indispensabile per apprezzarla e rispettarla con consapevolezza.
Il primo appuntamento della rubrica “Un posto di Calabria” è dedicato al sentiero dei greci.
Percorrendo la ss682 direzione Gioiosa, nei pressi dello svincolo di Mammola, siamo quasi certi che a nessuno sia mai saltato in mente di volgere lo sguardo alla propria sinistra verso le colline e scorgere un foro, proprio nel mezzo della montagna, che somiglia a una grotta, chissà di quale epoca o tempo. E, invece, si tratta di una miniera, all’interno del Vallone Macariace, affluente di quella che, in epoca antica, era molto probabilmente non una semplice fiumara come lo è oggi, ma un vero e proprio fiume in piena: il Torbido. Questa è una piccola introduzione di quella che non è stata una semplice escursione, ma un vero e proprio salto nel passato!
Il “Sentiero dei Greci” è così soprannominato, proprio per la presenza di una strada utilizzata dai locresi per passare dalla costa Jonica, attraverso il Passo della Limina, (confine naturale dei due versanti) e giungere sul lato del Tirreno fino a Medmea (Rosarno) e Hipponion (Vibo V.). Secondo alcune fonti antiche queste ultime erano colonie di Locri Epizefiri polis appartenti al grande territorio della Magna Grecia (circa VII SECOLO a.C.).
Un insieme di emozioni ci avvolge nella scoperta di un geosito, risalente all’inizio del secolo scorso. Ma a cosa sarà mai servito un foro in mezzo alla montagna? Si tratta di una miniera, usata per estrarre un minerale, che sarebbe poi stato lavorato sul posto e inviato al Nord con mezzi di trasporto all’avanguardia per l’assemblaggio di materiale bellico.
Il periodo dell’attività della miniera è proprio tra gli anni 20’ e 40’.
Durante il cammino scorgiamo grotte e santuari, uno dei quali dedicato al protettore di Mammola, San Nicodemo. All’intero troviamo opere realizzate dall’artista visionario Nick Spatari, che confluiscono a rendere il sentiero ancora più affascinante e a regalarci momenti di condivisione e confronto, ma soprattutto tanta passione e amore verso la nostra meravigliosa Calabria.
Purtroppo, lo spazio che ci è stato concesso per descrivere una giornata passata alla riscoperta del nostro territorio non basta ad esaurire tutte le emozioni che riesce a suscitare questa nostra terra, che parla, parla sempre e vuole farci sentire la voce dei nostri avi, della nostra storia. Vuole ricordarci che la Natura ci ha donato tutto, a partire da quella che può essere descritta con una parola sola: la VITA! RISPETTIAMOLA!
No, non era una semplice escursione, era UN POSTO DI CALABRIA!