Pasquale Quartullo è uno tra gli allenatori calabresi emergenti che senza dubbio va tenuto d’occhio. In questi ultimi anni si è distinto per aver raggiunto buoni risultati non solo alla guida dei settori giovanili, ma anche per la sua recente esperienza sulla panchina della Pro Pellaro. Da calciatore, ha vestito i colori di diverse squadre. In Italia, per citarne alcune ricordiamo Modena, Cittadella, Derthona, Real Montecchio, Acr Messina, Licata, Locri e Capo Vaticano. All’estero, invece, ha vissuto una breve parentesi in Belgio nel Cercle Brugge, squadra che attualmente milita nella massima serie:
“Ho viaggiato molto e i ricordi che ho sono bellissimi. Ho iniziato nella mia scuola di famiglia, il ‘Centro Reggio Junior’, e poi ho proseguito negli allievi nazionali del Catanzaro. Dopodiché sono stato chiamato prima nelle giovanili del Modena e poi nel Cittadella che era in C2. Lì ho giocato sia in primavera che in prima squadra, collezionando cinque presenze anche in Coppa Italia professionisti. Sono rimasto legato a quell’ambiente, eravamo una famiglia e soprattutto ho avuto due grandi maestri come Bresolin ed Ezio Glerean da cui ho imparato davvero tanto. L’anno trascorso a Licata è stato altrettanto emozionante soprattutto per essere riuscito a giocare al Dino Liotta di fronte ad una splendida tifoseria. Nel 2001 è arrivata una parentesi di 8 mesi al Cercle Brugge. All’epoca militava nella serie B belga, un campionato sicuramente molto fisico, e anche quella è stata una bella esperienza che mi ha formato tantissimo”.
Prima di appendere le scarpette al chiodo, Quartullo ha continuato a ricoprire il ruolo di difensore centrale in Calabria tra Sant’Eufemia, Capo Vaticano, Locri e poi a Reggio Calabria per la Ludos Vecchia Miniera. Con i colori neroarancio si è reso protagonista dell’entusiasmante stagione culminata con il salto di categoria:
“Ho giocato per diversi anni a centrocampo come mediano, poi a Messina ho casualmente sostituito il nostro centrale di difesa in un’amichevole e avendo fatto una grandissima partita ho continuato a giocare in quella posizione fino alla fine della mia carriera. Ho chiuso alla Ludos, una società fatta per la maggior parte di calciatori over ma soprattutto di grandi amici. Avevamo deciso di affrontare il campionato senza percepire alcun compenso economico e da secondi, grazie ai punti realizzati, abbiamo conquistato la promozione diretta in Prima Categoria. È stato un modo per dimostrare a tutti e a noi stessi che la nostra generazione avrebbe potuto giocare ancora per tanti altri anni”.
La Ludos Vecchia Miniera ha rappresentato il punto di partenza per la sua carriera di allenatore, avendo partecipato attivamente al progetto allievi:
“L’addio al calcio giocato l’ho accettato con tranquillità perché ho sentito di aver dato tutto a questo sport. Poi dal momento che la società mi ha voluto ancora con sé è arrivata la proposta di realizzare una squadra di allievi mischiando quelli della Ludos e quelli della mia scuola calcio. Il primo anno abbiamo vinto il campionato provinciale e in questo sono stato affiancato anche da Antonio Albanese. Per me è una persona molto speciale perché mi è stato vicino in momenti difficili e so che continuerà ad esserci”.
Successivamente, Quartullo ha guidato la squadra Juniores della Reggio Mediterranea raggiungendo i play off e l’anno dopo, su chiamata del direttore Mimmo Serrao, sposa il progetto giovanile della Pro Pellaro. Poco più tardi, a maggio del 2022, subentra come allenatore della prima squadra e continua a ricoprire il ruolo di tecnico nel girone di andata della stagione 2022/2023:
“A metà dicembre, insieme ai ragazzi, avevamo fatti grandi cose raggiungendo i quarti di Coppa Calabria ed anche un buon piazzamento in classifica, oltre alla vittoria del derby contro il Lazzaro. Quei risultati avevano generato molto entusiasmo tanto che lo stadio si era di nuovo animato con il tifo della Brigata21. Tuttavia, complici infortuni e diversi addii, come quello dei quattro argentini e di Petronio, ho perso uno dietro l’altro i tasselli importanti della mia squadra. Non si è intervenuto come avrei voluto sul mercato con i giusti rimpiazzi e in queste condizioni è difficile reinventare tutto da zero. Nonostante ciò, ho sempre pensato che la Pro Pellaro sia una società forte e faccio a tutti loro i miei migliori auguri. Sono lieto che abbiano acquisito il titolo di Promozione ma, soprattutto, sono contento del ritorno di Mimmo Serrao che senz’altro sarà capace di far fare alla squadra quel salto di qualità”.
Adesso, Pasquale Quartullo continua ad allenare i giovani della sua scuola calcio, in attesa di un nuovo incarico nel panorama dilettantistico:
“Se dovesse esserci la possibilità di dimostrare quello che realmente sono ne sarei felice, altrimenti continuerò a far crescere questi ragazzi. Uno di loro si sta allenando da poco nel Pescara con l’under 15 e per me è una grande soddisfazione. Io vorrei trasmettergli quello che ho imparato negli anni, è mia prerogativa far capire ai più piccoli l’importanza dell’aggregazione e del fare squadra. Il calcio è fatto sia di gioie ma anche di sacrifici, bisogna diventare prima uomini e poi giocatori”.