Il “Derby d’Italia” (definizione coniata dalla penna di Gianni Brera nel 1967) è senza ombra di dubbio la partita più sentita del calcio italiano in virtù di un’acredine risalente ai primi anni ’60 quando la Juventus (tra mille polemiche sfociate in quel 9-1 con il presidente dell’Inter Angelo Moratti a mandare in campo la formazione primavera…) fece suo un tricolore che sembrava ormai appannaggio dei bauscia. Con 249 sfide giocate (la prima andata in scena a Torino il 14 novembre 1909 andò ai bianconeri) l’incrocio in programma allo Juventus Stadium di Torino domenica 26 novembre 2023 metterà a confronto le squadre che in Italia hanno vinto più di tutti (59 titoli la Juventus, 35 l’Inter…).
Ponendo sotto la lente d’ingrandimento la sfida numero 57 (Campionato Alta Italia), giocatasi a Torino l’11 giugno 1944, quel Juventus – Inter (o per meglio dire Juventus Cisitalia – Ambrosiana Inter) fu deciso in favore dei bianconeri di Felice Borel (soprannominato “farfallino” era figlio di Ernesto che con una doppietta mandò in archivio il primissimo incrocio Juventus – Inter) da una rete del centrocampista savonese classe 1912 Mario Bo trasferitosi da Milano a Torino appena l’anno prima. La partita, valevole per il gruppo A delle semifinali lombardo-piemontesi, servì, però, a poco ai fini della qualificazione alle finali di una delle due visto che ad accedere all’ultimo atto di quel campionato giocato sotto le bombe e vinto dagli eroici ragazzi del 42° Corpo VVFF di La Spezia fu il Torino FIAT che nella sesta e ultima giornata, fermando i bauscia di Giovanni Ferrari sul 3-3 in terra lombarda (pareggio dei granata nel finale con Mazzola), raccolse il punto necessario alla qualificazione.