Terminato il girone d’andata per la Palmese il bilancio (seppur parziale…) è negativo. Un dato di fatto frutto di un mese e mezzo (l’ultima vittoria è stata colta lo scorso 5 novembre contro l’ultimissima della classe) dove quel poco di buono che si era costruito è stato letteralmente gettato alle ortiche piombando in zona play out.
L’involuzione nel gioco, che non è che il riflesso dei risultati, è inspiegabile e lo è ancor di più se si considera che il calendario, dopo un inizio di fuoco, si prospettava tutt’altro che insidioso. Per porre rimedio alle deficienze palesate dalla squadra (all’inizio bersagliata dagli infortuni a catena che ne hanno ridotto all’osso la fase offensiva incidendo poco sull’andamento generale) si è provveduto a puntellarla con la finestra di mercato dicembrina (ancora aperta) ma nulla è cambiato. Anzi.
Giunti a questo punto la domanda delle domande, ed è quella che si pongono anche i tifosi neroverdi esasperati dopo l’ennesima sconfitta per mano di una diretta concorrente alla salvezza (duole dirlo ma questi sono i fatti), è soltanto una: perché, senza traccheggiare, non si provvede a dare (sperando basti) la tanto agognata svolta cambiando guida tecnica (nel variegato mondo pallonaro è la logica conseguenza quando una squadra è in caduta libera) per far in modo che la pausa natalizia venga sfruttata al meglio ridando linfa vitale a una Palmese spintasi sull’orlo del precipizio...?