Oggi (domenica 4 febbraio 2024, con in programma la 24a giornata del campionato di Serie A 2023-24) lo Stadio Giuseppe Meazza di Milano (con la tifoseria neroazzurra che prenderà d’assalto lo storico impianto milanese preannunciando una coreografia da brividi…) sarà teatro del sentitissimo “derby d’Italia” (il numero 251), in una sfida che mette di fronte le squadre più titolate in Italia. Considerando, infatti, unicamente i titoli nazionali a comandare è la Juventus con 59 allori seguita dall’Inter con 36 allori, 19 dei quali l’hanno portata sul tetto d’Italia.
La prima volta che in casa bauscia arrivò lo Scudetto lasciandosi dietro la Juventus fu nella stagione 1937-38. All’epoca Ambrosiana Inter, la squadra allenata da Armando Castellazzi (autentica istituzione interista nella quale ci giocò a cavallo tra gli anni ’20 e gli anni ’30) non fece però il vuoto (note dolenti furono soprattutto le trasferte nelle quali mise insieme 3 vittorie appena, 8 pareggi e ben 4 sconfitte) e il titolo fu conquistato solo allo scoccare dell’ultimissima giornata con la classifica che vedeva ancora in corsa ben cinque squadre (Inter, Juventus, Bologna, Genoa e Milan) raccolte in appena due lunghezze. Ultima giornata al cardiopalma con l’Inter che era di scena a Bari (galletti che dopo il 9-2 subito a Milano avevano il dente avvelenato) mentre la più immediata inseguitrice (la Juventus) era di scena a Milano col Milan. Al termine del primo tempo, nonostante i continui affondi dalle parti di Cubi, i bauscia andarono al riposo sullo 0-0 e la Juventus, in vantaggio sul Milan (rete al minuto 44 di Bellini), la appaiò in testa alla classifica con 40 punti. Iniziata la ripresa i minuti trascorrevano inesorabilmente senza nessuna novità sull’asse Bari Milano. All’orizzonte, 28 anni dopo lo spareggio contro la Pro Vercelli se ne prospettava un altro ma così non fu. Meazza al minuto 70 (laureatosi capocannoniere del torneo con 20 reti) portò in vantaggio i suoi e nonostante i bianconeri stessero ancora vincendo poco importava. Al minuto 84 “il bombardiere di Seregno” (così era soprannominato il milanista Boffi) siglò la rete dell’1-1 e per i bianconeri calò quasi il sipario.
A chiudere definitivamente l’aspra contesa a distanza ci pensò al minuto 89 l’occhialuto Frossi infilando alle spalle di Cubi il pallone dello 0-2. Il triplice fischio finale del romano Generoso Dattilo fu solo l’ultimo dettaglio e allo Stadio della Vittoria i ragazzi del “Generale Po” (così era soprannominato il presidente del sodalizio milanese Ferdinando Pozzani), scesi in campo con: Peruchetti, Buonocore (arcigno difensore campano messosi in luce qualche anno prima nella lontana terra di Calabria vestendo i colori della Palmese), Setti, Locatelli, Olmi, Antona, Frossi, Campatelli, Meazza, Ferrari, Ferraris, videro materializzarsi il quarto tricolore.