A Palmi in queste ore è ritornata alla ribalta (a riportarlo è “La Gazzetta del Sud”) la vicenda (infinita…) legata al Leggendario (per il valore inestimabile che si porta in dote tale è…) Giuseppe Lopresti (l’ipotesi paventata sarebbe l’abbattimento per altri fini). Vicenda che, purtroppo, non tiene conto del valore storico che rappresenta l’impianto cittadino da sempre casa della Palmese (fu eretto nel lontano 1932) e sul quale sarebbe invece giunta l’ora di investire seriamente riqualificando nel contempo l’intera zona.
A riguardo (ma di esempi così in tutto il mondo ve ne sono tantissimi altri) nella patria del football (a Sheffield), vi è un piccolo campo ai più sconosciuto “il Sandygate Road” che ha resistito a tutto e a tutti arrivando ai giorni nostri nonostante sia stato eretto oltre due secoli orsono. Riqualificarlo è pertanto l’unica strada da perseguire se si ha a cuore la grandissima eredità consegnata ai palmesi dal lontano passato che ha dato lustro alla Palmi sportiva fin dagli anni ruggenti quando la passione per la squadra cittadina (come riportano le cronache dell’epoca, in occasione dell’amichevole con la Roma si misero manifesti ovunque, si chiusero gli uffici e la gente andò al campo come se stesse andando ad ascoltare le parole di un predicatore…) scomodava finanche i tanti personaggi illustri del tempo che si assiepavano sui gradoni dell’allora Littorio (dal 1947 intitolato al martire delle fosse ardeatine Giuseppe Lopresti). Tra questi: il preside Armando Zagari, l’avvocato Domenico Augimeri e (pur non frequentando il campo...) il filosofo Domenico Antonio Cardone che, a riprova della sua passione per la squadra cittadina, scriveva “il filosofo può essere sportivo, purché tenda sempre in alto: ecco perché io seguo le partite di campionato dall’alto della mia terrazza”.
Ecco il perché il Giuseppe Lopresti è eredità d’un passato che non va per nulla e per nessuna ragione al mondo cancellato ma solo preservato.