Son trascorsi 80 anni da quando il giovane Giuseppe Lopresti fu ucciso nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Era il 24 marzo 1944. Nato a Roma da genitori originari di Palmi, il 13 marzo 1944 fu catturato e torturato ma resistendo stoicamente alle sevizie subite salvò la vita a numerosi compagni. Insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, terminato il conflitto armato Palmi gli renderà omaggio intitolandogli lo stadio cittadino. Il più antico impianto sportivo ricadente a Palmi (vide la luce nell’ottobre del 1932) la cui storia (negli anni ‘30 il suo terreno fu calcato dalla storica compagine genovese dell’Andrea Doria battuta dalla valorosa Palmese di quegli anni che sognava la Serie B) lo ha via via trasformato in Leggenda.
La lapide marmorea posta all’interno dell’impianto (un’altra, opera del Circolo Armino per la ricorrenza dei 70 anni dall’eccidio, riportante il medesimo scritto si trova all’esterno del muro perimetrale) recita: “Fucilato alle fosse ardeatine ardente animatore di uomini li guidava con supremo sprezzo del pericolo contro l'odiato nemico catturato dalla gestapo assieme ad altro compagno gli riusciva di salvarlo col suo coraggioso contegno sottoposto a ripetute sevizie nonostante il dolore della carne martoriata si chiudeva in fiero silenzio finché la rabbia nemica non ne recideva la giovane esistenza esempio luminoso di suprema dedizione alla patria ed alla causa della libertà”.