Riceviamo e pubblichiamo
Il presidente Domenico Quartuccio: «Il nostro focus principale è l’attività di base. Puntiamo alla crescita dell’atleta lavorando, soprattutto, sull’aspetto empatico del bambino» In casa Real Villa non si fanno proclami. Le idee però sono chiare. “Crescere” è la linea guida da seguire. Una linea con un colore ben definito, il “verde” dei suoi giovani. Ecco perché, dopo una stagione di risultati estremamente positivi, la dirigenza neroverde vuole alzare ulteriormente l’asticella. Il “progetto crescita“ continua e, oltre alla propria consapevolezza e ambizione, la scuola calcio Real Villa si avvale della professionalità della DQ Sport. L’associazione del presidente Domenico Quartuccio ha il compito di supportare l’attività sportiva e degli istruttori che credono nell’importanza della programmazione, dello sviluppo, della formazione personale e, soprattutto, dei giovani atleti. Inoltre, fornisce alla collaborazione tecnica, anche la massima assistenza alle famiglie dando l’opportunità di partecipare ad incontri con dei professionisti nel campo sanitario per promuovere l’attività di screening oppure confronti con professionisti come pedagogisti, nutrizionisti, ecc.
Un connubio, dunque, tra Real Villa e DQ Sport che si prospetta essere produttivo e vincente. «DQ Sport nasce ufficialmente quest’anno - afferma il presidente Domenico Quartuccio - perché fino all’anno scorso, allenavo, ero in campo e, necessariamente, per mancanza di tempo non riuscivo a dedicarmi ad altro. Spesso mi confrontavo con presidenti di società - continua - da qui, sono riuscito a mettere insieme un po’ di carenze che li accomunava e ho avuto l’idea di sviluppare un nuovo progetto, un lavoro specifico per tutte le società, la DQ Sport». E, lo ha fatto condividendo informazioni, anni di formazione, esperienza e tanta, tanta professionalità: allenatore qualificato Uefa B, laurea magistrale in scienze motorie sul management dello sport. Ha lavorato e si è formato a stretto contatto con il mondo Juve; ha avuto la fortuna di partecipare a corsi specifici a Bergamo con l’Atalanta; di essere a Madrid con il Real.
Sei pronto a svestire i panni di allenatore ed indossare quelli di responsabile tecnico e, sempre, con il solito leit motive che contraddistingue la tua carriera: la professionalità?
«Sono pronto. Ho investito tanto sulla mia formazione grazie al conseguimento di qualifiche Federali e della laurea. Ho frequentato corsi di aggiornamento con relatori importanti dai quali ho appreso tanto per la loro professionalità, per esempio, a Bergamo con l’Atalanta. Ho avuto modo di lavorare e confrontarmi costantemente con il mondo Juve dove sono stato anche istruttore nella categoria U11 nella Juventus Summer Camp. Molto importante la parentesi in Spagna come istruttore Real Madrid clinic per l’Italia»
Il lavoro da fare è tanto?
«Tanto e di massima importanza, da questo nasce, appunto, l’idea di formare un’associazione che unisca le conoscenze e le competenze dei vari professionisti del settore in modo da poterle trasferire a tutti coloro che vivono a stretto contatto con i giovani e che svolgono un ruolo cruciale nella crescita di questi ultimi»
Com’è nata la collaborazione con il Real Villa?
«La collaborazione è nata principalmente per il rapporto che ho con il presidente del Real Villa, Piero Aragona, anche perché come DQ Sport mi occupo, in primis, di migliorare le scuole calcio con cui collaboro attraverso un’analisi della società stessa per capire quali margini di crescita ci sono e, nello stesso tempo, quale apporto può dare DQ Sport»
Il Real Villa ha margini di miglioramento?
«Il Real Villa ha buoni margini di miglioramento anche perché è una piazza importante, ha una struttura dove si può programmare un lavoro adeguato per i ragazzi, quindi, abbiamo pensato di collaborare insieme per un progetto che porti una crescita all’interno della società»
Andando nello specifico, di cosa si occupa DQ Sport?
«DQ sport affianca le società sportive, specialmente le scuole calcio, quindi l’attività di base dei bambini che vanno dai 5-6 anni fino alla categoria Esordienti, anche se collaboriamo per l’agonistica. Però il focus principale è l’attività di base. Voglio riuscire a ricreare gli ambienti giusti dove i bambini possano svolgere attività motoria e crescere. Tra le altre attività la DQ Sport si occupa di formazione e aggiornamento per i tecnici delle società; formazione e gestione dei gruppi di lavoro; meeting con le famiglie dei giovani atleti; individual training; attività extra stagionali quali camp estivi e clinic»
Qual è la tua idea di crescita?
«La mia idea di crescita è dare un apporto a quelle società che non hanno tutte le risorse necessarie per migliorarsi e, non per demeriti loro ma, perché sono scuole calcio dilettantistiche. Quindi, affiancate dalla mia associazione che, nasce proprio per fare un percorso stagionale e non singoli incontri, ci impegniamo in un progetto di crescita. In pratica, vado ad affiancare il responsabile tecnico della società e insieme, in base alle necessità e all’analisi che viene fatta prima, andiamo a costruire una programmazione ad hoc».
E, questo è quello che fa la differenza?
«Certo che sì. Non prendiamo un modello pre-impostato perché non esiste un modello scientificamente provato che, utilizzando una certa metodologia, si possano ottenere dei risultati. Bisogna avere prima la capacità di fare un’analisi sulla realtà in cui andiamo a lavorare e, in base alla realtà che troviamo, i numeri dei bambini, gli spazi dove lavorare, sviluppiamo la proposta più adatta per poterli migliorare. In questo modo, insieme alla mia esperienza e, alla società, riusciamo a trovare la formula più corretta per far crescere i bambini. La sostanza è questa: vogliamo mettere i bambini nelle condizione di fare bene e avere tutti i servizi che necessitano».
Quindi, l’obiettivo della DQ Sport è una crescita a 360° della società?
«È proprio così. L’obiettivo è la crescita del bambino che deve partire dalla crescita delle società stessa. Dobbiamo cercare di alzare il livello della scuola calcio, il livello degli istruttori e, di conseguenza, migliorare i bambini. Come DQ Sport, non mi occupo solo di programmazione ma, vado ad affiancare lo staff tecnico della società con cui collaboro, mi confronto costantemente con loro e sviluppo delle proposte su come rapportarsi con un bambino di 5/6 anni, non solo da un punto di vista tecnico ma, soprattutto umano. E, questi sono tutti dettagli che fanno la differenza».
Quindi, il rapporto umano con il bambino è essenziale?
«Purtroppo, si ricade troppo sull’aspetto calcistico e, spesso, non si lavora su quello empatico del bambino che, per quanto mi riguarda, è l’aspetto più importante. Sapere cosa pensa un bambino di 6 anni, come relazionarsi con lui è molto più importante per la sua crescita, piuttosto, che l’esercizio in se».