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Osvaldo Aliatis, calciatore simbolo nel “mai stati in B” dell’Inter

2024-10-27 11:46

Francesco Lacquaniti

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Osvaldo Aliatis, calciatore simbolo nel “mai stati in B” dell’Inter

La stagione 1921-22 fu segnata da uno scisma in seno al calcio italiano (il progetto Pozzo tendente a ridurre l’abnorme numero di squadre partecipanti

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La stagione 1921-22 fu segnata da uno scisma in seno al calcio italiano (il progetto Pozzo tendente a ridurre l’abnorme numero di squadre partecipanti alla massima serie non trovò tutti d’accordo) che si tradusse nella disputa di due campionati di massima serie. Uno sotto l’egidia della C.C.I. (formato dalle 24 squadre che aderirono al progetto Pozzo) e l’altro sotto l’egidia della F.I.G.C. (al quale vi presero parte le ribelli) e fu così che a fine stagione a laurearsi campioni d’Italia furono due squadre (caso unico), la Pro Vercelli per la C.C.I. e la Novese per la F.I.G.C. 

 

Accentrando l’attenzione sul campionato della C.C.I. (quello al quale presero parte le squadre più blasonate che, però, come imposto dalla F.I.G.C., furono costrette a cedere i calciatori nel giro della nazionale pena la perdita del posto, l’Inter ne salutò più di uno tra i quali il funambolo Luigi Cevenini passato alla Novese), per quanto riguarda le retrocessioni, il regolamento prevedeva che le ultime due classificate dei due gironi (A e B) spareggiassero contro la prima e la seconda del campionato cadetto (all’epoca Seconda Divisione). Finita la stagione a giungere ultime furono il Vicenza nel girone A e l’Inter nel girone B pronte allo spareggio l’una contro il Derthona (prima classificata) e l’altra contro lo Sport Club Italia (seconda classificata). 

 

Il caos generato dal progetto Pozzo rientrò a fine stagione grazie al Compromesso Colombo e, in virtù di ciò, fu riscritto il meccanismo delle retrocessioni che obbligò sia il Vicenza che l’Inter a disputare non più uno ma bensì due spareggi salvezza. Per quanto riguarda il Vicenza le cose andarono male e il sorprendente Derthona vincendo con un clamoroso 4-0 ne sancì la retrocessione. Per quanto riguarda, invece, l’Inter il primo spareggiò lo vinse a tavolino 2-0 (lo Sport Club Italia non si presentò) approdando al successivo nel quale affrontò la Libertas Firenze (squadra di massima serie) che nel primo spareggio aveva battuto l’Enotria Goliardo. La partita d’andata si giocò a Milano il 9 luglio 1922 e ad aggiudicarsela furono i bauscia vittoriosi 3-0 grazie alle reti (tutte nella prima frazione di gioco) di Aliatis, Aebi e Scheidler. Una settimana dopo, la partita di ritorno a Firenze fu tutt’altro che semplice perché, nonostante il netto successo dell’andata, una vittoria dei toscani pur col minimo scarto sarebbe bastata a far disputare un ulteriore spareggio. Lo spettro che per l’Inter si potesse andare oltre fu scongiurato a 15 minuti dal novantesimo grazie ad Aliatis che, infilando il cuoio alle spalle di Parodi, rese vana la rete del provvisorio 1-0 messa a segno da Mattei alla mezz’ora del primo tempo. 

 

Fu così che per merito di colui che andrebbe ricordato e celebrato alla pari di tanti campioni che han vestito neroazzurro, Osvaldo Aliatis (centrocampista milanese purosangue classe 1894 ex Ausonia Pro Gorla rimasto lungo i Navigli dal 1921 al 1925 e che nel corso della stagione più controversa del calcio italiano e dell’Inter scese in campo solo nelle ultime due partite senza appello), l’Inter si salvò dall’ulteriore spareggio che avrebbe rimesso tutto in discussione e se oggi è l’unica squadra italiana a fregiarsi d’aver sempre calcato i campi della massima serie (con quell’epiteto “mai stati in B” a contraddistinguerla) molto del merito è sicuramente suo.

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