Arrivato alle pendici del monte Sant’Elia la scorsa estate, Hermes Aristoteles Romero Espinoza [fu presentato assieme a Da Dalt (mai visto a causa di un infortunio) e assieme avrebbero dovuto formare un centrocampo di notevole spessore] saluta con tanto rammarico la Palmese.
Calciatore talentuoso con trascorsi nella nazionale vinotinto (peccato non abbia avuto una squadra alla sua altezza), in campo ha dato sempre il massimo (è grazie a una delle sue deliziose giocate che si è riusciti a battere il Soriano) ma la partita che più di ogni altra lo ha visto giganteggiare in un Giuseppe Lopresti non nuovo a venir calcato da calciatori una spanna sopra tutti (l’ultimo, l’argentino nativo di Santa Fé Sebastian Malandra) è stata quella col Bocale quando in soli 8 minuti (a fermarlo fu un infortunio) ha deliziato la platea con giocate di raffinata scuola calcistica qual è quella sudamericana chiudendo con una rete di rara bellezza. Rete che avrebbe dato il là al secondo successo casalingo. Salutarlo equivale a ridimensionarsi ulteriormente passando in pochi mesi dal sogno Serie D a tutt’altro.
Un salto indietro che (pur motivato da una riduzione di budget visto sfumare l’obiettivo principale...) non è certo il massimo per una squadra dal blasone qual è la Palmese alla quale salvare una categoria regionale (l’Eccellenza è e rimane un campionato di scarso appeal) aggiunge poco. Come poco (bene i 3 campionati di Promozione vinti ma poi è mancato il seguito...) hanno aggiunto i 26 anni (1988/2014... poi è arrivata la Palmese dei record...) vissuti negli strettissimi confini regionali