
“Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia”. Ad affermarlo era un certo Johan Cruijff (altri mondi calcistici…) ma se, pur nel piccolo mondo del dilettantismo, ci sono allenatori capaci di mettere in pratica questa massima è giusto dar loro i giusti meriti. A farla sua è l’ex allenatore della Juniores della Palmese promosso in prima squadra dallo scorso dicembre Saso Bracco che da quando gli son state affidate le chiavi della panca della Palmese (panca molto ambita che ha avuto fior fiori di allenatori, il messinese Antonio Venuto, oggi all’Imesi Atletico Catania, è solo l’ultimo tra questi), pur non avendo quel che il suo predecessore aveva in dote (basta guardare la carta d’identità dei suoi ragazzi), si sta ritagliando un bel percorso grazie a un gruppo che fa dell’armonia il vero punto di forza. Un gruppo il cui undici chiamato di volta in volta a scendere in campo ha adesso un’identità ben precisa grazie a una solida linea difensiva ben orchestrata dal quintetto Marino, Tapia, Fiumara, Galtier e Andreano, a un centrocampo che corre e copre senza andare per il sottile guidato da Lavecchia, Gioia e dai baby Bruno e Guerrisi e da una fase offensiva che superate le prime difficoltà sta iniziando a dare i frutti sperati. Insomma da quando Saso Bracco (coadiuvato dal suo più stretto collaboratore, il prof. Nino Gullo) si è rimboccato le maniche passando alla prima squadra ha fatto la cosa più semplice “far giocare alla sua Palmese un calcio semplice”.
Dove si potrà arrivare lo dirà il resto della stagione premettendo che l’obiettivo (pur sempre minimo) rimane una tranquilla salvezza e visto il +8 sulla zona rossa la strada imboccata è quella giusta. Se poi si potrà iniziare a guardare verso le zone più nobili della classifica (il -4 dalla zona play off permette di farlo) vorrà dire che da qui alla fine del campionato ci sarà da divertirsi.