
Poche parole, tanti fatti. Serviva vincere e ribadire a tutti che la forza della Reggina non si misura solo nell’arco di novanta minuti. Gli amaranto riscattano la sconfitta della partita di cartello, andando a vincere senza se e senza ma sul campo del Licata. Uno 0-4 netto e ben marcato, maturato su uno stadio – il Dino Liotta - che non ha visto equilibrio, con la squadra di Trocini capace di indirizzare la contesa sul proprio binario e condurla in stazione evitando ritardi o guasti di sorta.
SENZA INDUGI La partita si stappa in un batter d’occhio. Dapprima il Licata in avvio al 4’ spaventa gli amaranto, con un Fravola involato verso la porta a difesa scoperta. Uscita provvidenziale di Lagonigro a sradicare il pallone dai piedi dell’avversario. Due minuti dopo, la Reggina inizia a fare la voce grossa trovando subito la via della rete. Giuliodori raccoglie una palla vagante al limite dell’area e scaraventa il pallone in porta senza pensarci troppo. Tiro forte e insidioso, insaccatosi di giustezza in rete. Gli amaranto non si contengono, affidandosi soprattutto ad un Renelus che con prepotenza prova a figurare sul tabellino dei marcatori. Prima lo ferma un fuorigioco al 9’, strozzando sul nascere la sua esultanza, poi al 12’ viene anticipato sul più bello da Brumat praticamente sulla riga di porta. A battere il ferro caldo prima o poi la forma giusta viene fuori e di fatto la perseveranza del “fabbro” francese viene premiata al 24’ dopo due tentativi senza fortuna. Palla lavorata da Ragusa sulla destra, tiro ribattuto da Tchokokam su cui si fionda l’esterno transalpino e appoggia in porta, mettendo in mostra una spada forgiata sul ferro caldo dell’intraprendenza.
DULCIS IN FUNDO Per un primo tempo che ha detto molto, di fatto tutto, c’è di contro una ripresa soporifera. Ritmi bassi, attacchi innocui e palle gol pari a zero. La Reggina amministra con facilità un vantaggio su cui il Licata non ha nemmeno possibilità di abbozzare un qualsivoglia accenno di controbattuta. Il canovaccio di gara vedere sempre gli amaranto impegnati ad attaccare e mantenere il possesso palla. Serpeggia la sensazione che un terzo affondo avrebbe chiuso il tutto con maggiore completezza, ma sarebbe come voler trovare il pelo nell’uovo. Gli amaranto non si fanno mancare nemmeno questo, togliendosi lo sfizio di calare non solo il tris ma anche il poker quando il sole della partita stava per lasciare spazio al tramonto del fischio finale. Prima al minuto 89 Dall’Oglio da zona centrale scodella in mezzo, trovando la girata di testa vincente da attaccante vero di Perri. Poi al 92’ Barillà imbuca per Provazza che si coordina in area e trova la rete con un tiro sul secondo palo.
CONCETTI CHIAVE Personalità e mentalità, due paroline dal peso specifico notevole che ben si addicono a Barillà e compagni. Non sappiamo come andrà a finire il campionato e in quale categoria giocherà la Reggina l’anno prossimo, ma quel che è certo è che a questi ragazzi non sta mancando l’atteggiamento giusto per affrontare nel migliore dei modi le sfide che il calcio mette di fronte. Fattore che alimenta speranza e fiducia, il resto presto o tardi arriverà.
Il tabellino
Licata (4-2-3-1): Tchokokam; Caramanno, Mbaye, Brumat, Giannone (77’ Bianco); Lucchese, Maimone; Semenzato, Fravola (70’ Nuhu), Tozaj (65’ Furina); Minacori (77’ Saito). In panchina: Rossi, Macchia, Marcellino, Lo Iacono, Lanza. All. Romano.
Reggina (4-3-3): Lagonigro; Giuliodori (75’ Vesprini); Adejo, Capomaggio, Cham; Barillà, Laaribi (73’ Dall’Oglio), Porcino; Renelus (69’ Provazza), Barranco (62’ De Felice), Ragusa (84’ Perri). In panchina: Martinez, Curiale, Ndoye, Ingegneri. All. Trocini.
Terna arbitrale | Arbitro: Mario Leone di Avezzano. Assistenti: Fabio Cattaneo di Monza e Marco Barlocco di Legnano. Marcatori: 6’ Giuliodori (R), 24’ Renelus (R), 89’ Perri (R), 92’ Provazza (R). Note | Ammoniti: Laaribi (R) per intervento scomposto. Calci d’angolo: 1-12. Recupero: 5’ st.