
Senza sosta, ad un passo dalla sosta. Gioco di parole strano ma effettivamente vero. La Reggina corre instancabilmente nell’inseguimento al Siracusa e lo dovrà fare per ancora una partita prima di andare in sosta per l’appunto. La prossima settimana il campionato di Serie D rimarrà fermo, dunque sarebbe di fondamentale importanza per morale e opportunità di successo finale, andare al riposo con tre punti in saccoccia. Ad opporsi ci proverà l’Akragas al Granillo domenica pomeriggio con fischio d’inizio alle ore 15:00.
A due giorni dalla sfida ai biancazzurri, mister Trocini ha raggiunto la sala stampa del Sant’Agata per presentare la sfida e commentare i temi d’attualità amaranto. Impossibile non parlare della gara vinta a denti stretti contro il Paternò di settimana scorsa. Quei tre punti con la capocciata di Adejo sono stati sudati fino all’ultimo minuto in una sfida tesa e pesante, definitiva dall’allenatore della Reggina addirittura come “la partita più dura di quest’anno e forse anche della passata stagione per scontri e foga agonistica.” Quel che conta è il risultato finale e il tecnico si prende volentieri la “grande risposta della squadra in termini di voglia di non soccombere dal punto di vista nervoso e agonistico e mantenere lucidità e tranquillità in momenti così caldi.”
Il Paternò appartiene al passato e la Reggina ha un necessario bisogno di concentrarsi solo ed esclusivamente sul presente che si chiama Akragas. Qui Trocini avverte con la saggezza di chi ne ha viste tante: “Credo possa essere un campanello d’allarme il fatto che l’Akragas sette giorni fa abbia affrontato l’Acireale che pochi giorni prima aveva messo sotto il Siracusa e ha fatto 0-0, le partite non si vincono prima di giocarle. Bisogna avere l’atteggiamento giusto e rispettare gli avversari. Sappiamo veramente poco dei nostri avversari, sono andati via tanti giocatori e non ci sono immagini delle ultime partite, affrontiamo una squadra al buio. Dovremo ancora di più pensare a noi stessi e approcciare nella maniera giusta.”
La qualità superiore favorisce sulla carta la Reggina in vista di una partita che andrà affrontata con la consapevolezza – secondo Trocini – di avere “margine d’errore bassissimo. La squadra lo stia dimostrando ogni settimana. Negli ultimi due mesi stiamo avendo un ruolino fortissimo di marcia e non abbiamo intenzione di fermarci, sappiamo che non possiamo fermarci. Affrontiamo ogni partita con grande attenzione. Serve pensare una gara alla volta e non è una banalità. Noi dobbiamo pensare all’Akgras perché sennò la testa diventa troppo pesante.”
Pensieri ben definitivi e voglia collettiva di remare verso un unico obiettivo. Mentalità che abbraccia tutti e che stimola ancor di più quei calciatori che Reggio Calabria lo trovano sulla carta d’identità e nel cuore. I figli di Reggio, tanti in squadra, che secondo Trocini sono “decisivi perché parte integrante della città, vivono le dinamiche quotidiane legate alla gente, lo vivono in maniera viscerale e familiare. Loro sono i primi a capire l’importanza che ha la Reggina per gli abitanti di Reggio Calabria. A prescindere da questo, sono reggini e ragazzi seri con la testa sulle spalle, gente di grandissima affidabilità.”
Sentimento forte chiamato Reggina, tra presente fatto di ragazzi che non mollano, futuro speranzoso e passato glorioso mai dimenticato. Proprio su quest’ultimo aspetto si è concentrato un evento in città nella giornata di ieri quando, al CineTeatro Odeon, si è svolta l’iniziativa “Reggina dal 1914 ad oggi”. Tra vecchie glorie e personalità di spicco della storia amaranto, era presente anche l’attuale squadra con lo stesso Trocini che ha così commentato il tutto: “Bellissima giornata, rivedere giocatori, allenatori e dirigenti che hanno fatto la storia è stato emozionante, ma anche molto strano perché gli anni passano per tutti e rivedere tanti personaggi importanti e ammaccati dagli anni (ride, n.d.r.) è da un lato un po’ triste, ma è la vita. L’iniziativa è stata organizzata bene e ha fatto piacere a tutti.” Chissà se nel prossimo futuro la storia ultracentenaria verrà arricchita di un’altra pagina di storia. Come sempre, il buon Rino Gaetano viene in nostro soccorso: “Chi vivrà, vedrà”.