
Vincere per continuare a sperare, questo l’ormai costante imperativo che vige dalle parti del Granillo. La Reggina non può fare molto altro per giocarsi il primo posto fino alla fine. Tre punti sempre e comunque, quel successo che domenica sembrava non voler arrivare. Il primo tempo contro l’Akragas era stato dominato sul piano del possesso, ma sotto porta qualcosa appariva bloccato. Serviva un codice di sblocco, uno di quelli che solo un certo Bruno Trocini ha spesso dimostrato di avere da quando siede sulla panchina amaranto.
Il momento chiave di Reggina-Akragas è all’intervallo, lì dove si materializza la giocata da campione di mister Trocini. Insoddisfatto della pericolosità offensiva dei suoi, l’allenatore cosentino decide di stravolgere l’iniziale piano partita. Si passa dal 4-3-3 al 4-4-2, mandando in campo Renelus per Grillo (ruolo per ruolo) e soprattutto Barranco per Dall’Oglio (attaccante per centrocampista). Cambiamenti tecnici e tattici che denotano l’ottima capacità dell’allenatore amaranto di leggere l’andamento delle partite, oltre ad un coraggio non da poco. Il posizionamento ad inizio ripresa era decisamente votato all’attacco con i due esterni Renelus e Ragusa più sulla linea degli attaccanti che tra i centrocampisti. Di fatto in fase di possesso un 4-2-4 che più offensivo non si può. Eccolo il grande coraggio di Trocini, il quale ha accettato di essere eventualmente sbilanciato se si fosse persa palla, ma la sua personalità e l’incondizionata fiducia nei mezzi dei suoi ragazzi gli ha permesso di non esitare e cambiare il corso degli eventi. Come se non bastasse, un altro cambio ha fatto la differenza, come a ribadire il concetto che in panchina c’è un pezzo da 90 alla guida della Reggina. Il mister, infatti, pesca Urso al momento giusto, dandogli la possibilità di incidere con le sue qualità in un momento della gara in cui il ritmo era leggermente calato e la sua freschezza poteva essere determinante, come del resto è stato.
La forza degli allenatori sono i giocatori, giusto ribadirlo. Se Barranco non fosse entrato con la concentrazione giusta e la fame da attaccante vero, il primo gol non sarebbe arrivato. Così come Renelus, sempre partecipe e propositivo, ma anche Urso capace di prendersi la scena con un gol tutto potenza e decisione. I calciatori sono i grandi protagonisti dell’orchestra, ma dietro alla buona riuscita di una sinfonia c’è sempre un direttore a dirigere e dalle parti del Granillo gli amaranto ne hanno uno di spessore assoluto.