
A Palmi di calciatori di talento ne son passati, uno tra i primi (probabilmente il più forte che abbia indossato i colori neroverdi) è stato il difensore campano nativo di Capua (poco più che ventenne) Carmelo Buonocore che alle pendici del monte Sant’Elia ci giocò nell’annata sportiva 1933-34. Proveniente dai messinesi della Peloro, si ritagliò una stagione da prime pagine (la rete contro la Bagnolese ripresa nel finale sull’1-1 sarà per lui una perla rarissima che in tutta la carriera replicherà una sola altra volta) e nel volgere di due anni appena, dopo aver fatto tappa in Serie B col Messina, arrivò la consacrazione venendo chiamato dall’Inter (all’epoca Ambrosiana Inter). Con i bauscia ci giocherà per ben 7 stagioni scendendo in campo 158 volte (5 volte nella Coppa dell’Europa Centrale, la prima, il 18 giugno 1939, contro l’Ujpest Budapest di Bela Guttmann) vincendo 2 Scudetti e una Coppa Italia.
A Milano la partita delle partite è, però, il derby contro i cugini rossoneri e per Buonocore la prima della serie andò in scena il 4 ottobre 1936 quando il campionato di Serie A scandiva la quarta giornata e a comandare la classifica c’erano il Torino e il Bologna. La partita si giocò allo stadio San Siro di fronte a circa 24.000 spettatori e si concluse sull’1-1 con l’ex Lazio Bisigato a portare avanti i bauscia poi ripresi da Capra. In quella stagione Buonocore giocherà (Coppa Italia compresa) 33 partite su 34 confermando quando di buono si diceva sul suo conto fin dai suoi trascorsi con la Palmese e ancor prima con la Peloro. Palmese che oltre a Buonocore (a riguardo, in un trafiletto uscito il 1o dicembre 1933, ne scrisse anche “Il Littoriale”) aveva in squadra un altro calciatore di talento (l’ex Roma Eugenio Bonacciosi, molto caro all’allenatore magiaro Jeno Dietricht) che, però, a differenza di colui che a Milano sarà battezzato “la stella del Sud”, rimarrà un talento inespresso.