La Reggina e quelle due vie per la "liberazione"

Giornata di festa per l'Italia. Sobria, certo, ma pur sempre di ricordo per la liberazione del 25 aprile. La morte di Papa Francesco resta in primo piano nei cuori di tutti ma è sicuramente anche lui stesso a voler vedere come si vada avanti nella gioia e nella felicità dettate dal calcio, che il Pontefice amava tanto. In chiave Reggina, la parola liberazione è declinabile come via d'uscita dalla Serie D e ritorno nel professionismo. Per farlo, per liberarsi, ci sono due opzioni, due vie percorribili. Una si concretizzerà o svanirà presto, l'altra resta un'incognita ma pur sempre plausibile. 

PRIMI E VIA Facile a dirsi, complicatissimo a farsi, vista l'emozione quanto logorante sfida a distanza tra Reggina e Siracusa. Due squadre di chiaro livello superiore, in grado di accendere come non mai la corsa promozione in Serie C. Ne resterà solo una nella speranza comunque di vederle entrabe tra i Pro perché questo si meritano in egual misura - e l'altra dovrà accontentarsi. Sì ma chi finirà prima? Bella domanda, di cui la risposta non si farà attendere. Come noto, la Reggina dovrà continuare a vincere e avrà ancora due sole possibilità. Il Siracusa domenica ospiterà l'ostica Vibonese, poi chiuderà in casa del Città di Sant'Agata. I siciliani dovranno perdere punti, prima o dopo, altrimenti per loro sarà festa. Impossibile sbagliare, inconcepibile mollare per la Reggina che dal canto suo, se dovesse perdere punti al Granillo contro il Castrumfavara direbbe di fatto addio al primo posto o quasi. Occhi e attenzioni focalizzati sulla penultima giornata di stagione regolare, lì dove potrebbero definitivamente infrangersi i sogni di gloria amaranto (con sconfitta Reggina e vittoria Siracusa), dove si potrebbe posticipare il finale all'ultima gara a ruoli invertiti (vittoria amaranto e sconfitta o pareggio Siracusa) o dove tutto potrebbe rimanere invariato con appuntamento a domenica prossima (pareggio di entrambe). Le combinazioni sembrano chiare e aperte ad ogni scenario. 

PLAYOFF E CHISSÀ Eccola la seconda via, decisamente più tortuosa, a cui una delle due squadre sarà inevitabilmente costretta. La Reggina spera ancora di farcela in una rimonta che sarebbe storica, ma se non dovesse concretizzarsi servirà ancora più speranza. Qualora la classifica finale piazzerebbe gli amaranto al secondo posto, sul campo l'obiettivo rimarrebbe sempre lo stesso di questi ultimi mesi: vincere, vincere e ancora vincere. Di fatto, Barillà e compagni si presenterebbero ai playoff da favoriti e con la pressione di non poter sbagliare. Trionfare diventerebbe il minino, poi via diretti verso la graduatoria dei ripescaggi e qui contano meccanismi che con il campo hanno poco a che fare. Prima sperare, di fatto, in un fallimento altrui ed è già brutto così. Poi lasciare eventualmente spazio ad una squadra B di un club di Serie A (Inter pronta) ed è ancora più brutto. Poi essere primi in graduatoria alla seconda chiamata - non così scontato - e solo allora percorrere la seconda via fino in fondo. Stessa meta, strade diverse. Unico comun denominatore? Si spera sempre, non si molli mai.