
Sambiase ai playoff dopo un campionato sopra ogni aspettativa. Una stagione esaltante, con un gruppo in crescita e un’identità chiara. Mister Claudio Morelli analizza il cammino dei suoi e guarda con entusiasmo alla semifinale con la Scafatese.
Mister, una stagione davvero eccezionale per il tuo Sambiase. Siete ai playoff dopo un percorso esaltante. Come la giudica?
“Siamo molto soddisfatti. È stata una stagione in crescendo. Siamo partiti con l’obiettivo della salvezza, voluta dalla società e da noi. L’abbiamo centrata in tempi brevi, e poi siamo rimasti sempre in zona playoff. Credo ce la siamo meritata. Ho detto ai ragazzi che adesso dobbiamo essere bravi a saperci, tra virgolette, divertire e cercare di giocare col massimo dell’entusiasmo”.
C’è una partita che più delle altre l’ha emozionata?
“Ce ne sono due. La prima è quella con la Reggina al Granillo, un palcoscenico da Serie A, nella quale siamo andato sotto subito dopo pochi minuti e abbiamo avuto la forza di recuperare. Poi direi la vittoria a Siracusa. Battere a casa sua la squadra che ha vinto il campionato, con merito, è stata una grande soddisfazione per noi. Abbiamo fatto una partita di alto livello, anche sotto l’aspetto tecnico. Un ricordo bello e importante“.
Domenica affronterete la Scafatese in semifinale. Che gara si aspetta?
“La Scafatese forse è stata una delle squadre che, assieme ad altre, ha più deluso rispetto a quelle che erano le aspettative. Credo che con gli investimenti e con la rosa a disposizione, potevano dire qualcosa di più importante. Sicuramente ci saranno state delle situazioni che hanno influito; già il fatto di aver cambiato tecnico la dice lunga. Però ciò non toglie che la Scafatese abbia tecnicamente giocato importanti e quindi bisogna fare la partita perfetta. Ho detto ai ragazzi che non bisogna tralasciare nulla, giocare sul dettaglio, ed è una gara dove anche quello che sembra più banale, anche un fallo laterale, si può tenere la vittoria.”
Come arriva il Sambiase a questo appuntamento?
“Sappiamo di avere un solo risultato a disposizione. Dovremo giocare con entusiasmo, ma senza tralasciare nulla. Neanche un minuto di gara. Cercheremo di gettare il cuore oltre l’ostacolo e ottenere un altro risultato importante”.
100 panchine con il Sambiase, una lunga storia fatta di successi: promozione in Serie, Coppa Italia di Eccellenza, playoff. Che effetto le fa?
“Mi fa molto piacere e mi inorgoglisce, anche perché ho raggiunto questo traguardo qui, a Lamezia, dove vivo. Non è mai facile essere profeta in patria. Credo di aver fatto un percorso importante insieme a chi mi ha sostenuto. Voglio ringraziare tutti, dal magazziniere all’ultimo addetto, il mio staff, i direttori Mazzei e Porpora, Samele. I risultati non si ottengono da soli, servono persone valide accanto. Una squadra è una famiglia”.
La Calabria si presenterà probabilmente con quattro squadre in Serie D nella prossima stagione, salvo un ripescaggio della Reggina. Due saranno di Lamezia Terme. Che lettura dà di questo scenario che ha visto la retrocessione, purtroppo, del Locri?
“È una bella sfida. Dispiace per la retrocessione del Locri, e non sappiamo cosa accadrà con i ripescaggi, ma intanto la Calabria ha dato segnali forti rispetto al passato. Tre squadre ai playoff, con la Reggina che può ambire al salto in Serie C e la Vibonese può sempre dire la sua. Fino a qualche anno fa eravamo spesso protagonisti in negativo, sempre in lotta per la salvezza, ora il livello si è alzato. Le società calabresi hanno dimostrato che con la programmazione si possono ottenere risultati importanti. Mi auguro sia solo l’inizio di una nuova era per il calcio calabrese”.
C’è dibattito sui playoff: hanno senso così come sono?
“Lo dico chiaramente: servirebbe una riforma. Così come sono, i playoff non portano a nulla, se non a un piazzamento nella graduatoria per i ripescaggi, che è incerta e aleatoria. Dovrebbero dare una possibilità concreta di promozione, altrimenti restano solo un premio morale per chi come noi ha raggiunto questo obiettivo, sapendo che vincendoli avrà quasi zero possibilità di poter andare in Serie C. Se vinci e non sali, che senso ha?”.
Al di là del risultato di domenica (sarebbe bello vedere due calabresi nella finale di girone), a chi dedica questa stagione?
“Alla mia famiglia: mia moglie, le mie figlie, che mi hanno sempre sostenuto, che hanno sofferto anche con me in alcuni momenti, sia dal punto di vista emotivo, sia per la lontananza. E poi a chi mi ha sempre sostenuto dal punto di vista tecnico. E poi al mio staff, ai dirigenti, e soprattutto ai nostri impareggiabili tifosi. Senza di loro, nulla sarebbe stato possibile”.

