
Aspettando un eventuale ripescaggio - ipotesi remota e lontana comunque qualche mese - c'è una stagione appena conclusa da analizzare. Vero, è la seconda annata consecutiva tra i dilettanti e nemmeno stavolta è arrivata la tanto agognata promozione in Serie C. Eppure la squadra amaranto ha lasciato il segno nel cuore dei tifosi per tanti motivi. Le vittorie in serie, l'umiltà, il lavoro, la grinta e l'animo di chi non molla mai. Tutte caratteristiche che fanno accendere la passione e che, ultimata anche la fatica playoff, fanno alzare tutti in piedi ad applaudire. La Reggina non ha vinto quello che doveva e poteva vincere (ovvero il campionato da capolista) ma sì è meritata l'affetto della propria gente. E non è poco, perché nel calcio come nella vita non contano i successi ma le emozioni vissute. E di emozioni questa squadra ne ha vissute e regalate tante. Che sia Serie C o D l'anno prossimo poco importa in questo momento. Adesso c'è da dire semplicemente e meravigliosamente grazie.
FATTORE TROCINI Ogni grande gruppo ha bisogno di un condottiero riconoscibile e la Reggina ha avuto mister Bruno Trocini. Innegabile come la sua presenza, il lavoro suo e del suo staff, la sua abnegazione e attitudine abbiano giocato un ruolo cruciale nella stagione. A guardar bene l'allenatore venuto da Cosenza verrebbe da rammaricarsi perché si meritava di entrare nella storia della Reggina dalla porta principale, stravincendo un campionato. Per lui pesa il non essere stato sulla panchina dalla prima all'ultima giornata. La colpa, però, è della discutibile scelta dirigenziale di inizio stagione. Dal suo ritorno le cose sono cambiate, la rotta è stata impostata verso il porto giusto e le facce dei giocatori si sono illuminate. Se non è un grande allenatore questo...VOTO 9
I SENATORI Il calcio è quella scienza non esatta dove non si capisce mai fino in fondo se l'età conta oppure no. C'è chi teorizza "giocano i migliori" e chi "senza giovani non si va da nessuna parte". Noi crediamo che la verità stia in mezzo. Impossibile costruire una buona
squadra senza il giusto equilibrio tra linea verde e vecchi leoni. Quest'ultima definizione in casa Reggina abbraccia Barillà, Ragusa, Porcino e Adejo. Quattro baluardi della fede amaranto, campioni che hanno vissuto una carriera già fatta e gloriosa ben prima di tornare a Reggio. Eppure il richiamo della Reggina è stato troppo forte, impossibile da ignorare. Si sono calati nella realtà di Serie D senza la puzza sotto il naso di valere categorie superiori, bensì con l'umiltà dei grandi campioni che si mettono al servizio di una fede. E allora spicca la tenacia di capitan Barillà, ultimo a mollare e capace di giocare anche sul dolore; l'infaticabilità di un Ragusa sette polmoni, sempre capace di giocate in grado di risolvere partite anche quando la stanchezza dovrebbe prevalere; la lucidità di Adejo e Porcino dall'alto delle loro cattedre da professori saggi e in grado di dare equilibrio in campo e all'interno del gruppo. Ecco la chiave che accomuna i quattro tenori: saper fare gruppo. Ci sono riusciti e hanno coinvolto tutti i calciatori. Certo, la fatica a volte ha preso il sopravvento e le molte primavere passate su un campo di calcio si sono comunque fatte sentire. Forse sarà stata l'ultima loro apparizione (eccenzion fatta per Porcino, il più giovane dei quattro), o forse no, ma anche a mezzo servizio hanno inciso. Voto: 8.5
BEATA GIOVENTÙ Altro giro, altro mini gruppo indicativo. Parliamo di gente come Lagonigro, Girasole, Laaribi, Barranco. Ah che bellezza solo a leggere i nomi (!), quasi viene voglia di prendere un pallone e cominciare a correre dall'entusiasmo che le loro prestazioni hanno infuso. Da loro, a prescindere dalla categoria, bisognerà ripartire l'anno prossimo. Dai gol a raffica del Barracuda, dalle geometrie deliziose di Momo (che a dirla tutta a 32 anni tanto giovane per il calcio non è ma le sue prestazioni lo rendono fresco come fosse un 19enne), dalle scelte di tempo impagabili del più reggino di tutti, fino alle parate di un classe 2006 che sembrava un veterano tra i pali. Danno entusiasmo e fiducia per il futuro proprio come dovrebbe fare qualsiasi giovane in ogni sfaccettatura della vita. Una stagione in avanti e avranno anche quel filo in più di saggezza e lucidita in grado di fargli compiere un ulteriore salto in avanti sotto la voce della continuità che, a volte, è andata ad intermittenza. Voto 8
COMPRIMARI La rosa profonda fa la differenza e qui, a volte, si è rimasti leggermente delusi. Giusto sottolineare il "leggermente" perché non parliamo affatto di bocciature o negatività. Però, dall'alto delle loro potenzialità e indiscusse qualità, era lecito aspettarsi qualcosa in più. Vedi Dall'Oglio, Urso, Curiale, Vesprini, Forciniti, Salandria. Tutti profili di indubbio spessore ma che hanno rappresentato, per un motivo o per un altro, delle alternative. Eppure hanno sempre risposto presente quando è arrivata la loro chiamata, ma il 100% non l'hanno mai raggiunto. Un Urso e un Dall'Oglio più continui - così come un Salandria senza infortuni - avrebbero garantito maggiori rotazioni e meno straordinari a centrocampo. Curiale, poi, non si è mai realmente avvicinato al rendimento di Barranco, ma avrebbe fatto comodo sia per un'eventuale doppia punta che per una maggiore imprevedibilità. In generale bene, con qualche picco interessante, ma si poteva fare di più. E poi ci sono i Giuliodori, i Cham, i Capomaggio, i Ndoye. Loro hanno alternato ottime prestazioni a piccoli passaggi a vuoto, com'è lecito preventivare in giocatori in fase di crescita. Le potenzialità ci sono, vanno solo sfruttate meglio e con maggiore costanza. VOTO 6
PICCOLI ACUTI Si chiude il nostro breve viaggio tra la rosa di mister Trocini con dei calciatori in grado di ritagliarsi una menzione d'onore nonostante l'essere arrivati a in corsa - vedi Grillo e De Felice - o il non essere stati costantemente titolari come Renelus. Parliamo di giocatori che hanno messo in mostra colpi da categoria superiore e si sono dimostrati decisivi in varie occasioni. Il loro contributo ha certamente pesato positivamente nell'arco soprattutto della seconda parte di stagione. Chissà cosa sarebbe stato se il loro apporto fosse stato spalmato in maniera continuativa fin dall'inizio dell'annata. Mezzo rimpianto o grandi aggiustamenti in corsa? Dipende dai punti di vista. VOTO 7
Foto: Reggina Calcio 1914