
Ex calciatore talentuoso e tenace, oggi allenatore empatico e professionale, Andrea Parentela è un uomo di calcio a tutto tondo. La sua passione per il pallone si esprime anche nel beach soccer che da diversi anni promuove attraverso progetti indirizzati ai più piccoli alla scoperta di un nuovo sport e, al contempo, alla valorizzazione delle risorse naturali del territorio.
Il suo percorso da calciatore prende avvio nella squadra del quartiere e grazie ad un talento precoce riesce a trovare presto spazio nel calcio dei grandi. Da quasi diciassettenne, esordisce tra i professionisti con un rendimento eccezionale e una precisione infallibile sotto la porta, imponendosi come uno dei più giovani attaccanti protagonisti nei campionati di Serie D:
“Ho fatto il settore giovanile nella Santa Croce, una squadra storica di Catanzaro. Poi, al secondo anno degli allievi sono stato acquistato dalla Vigor Lamezia dove ho vissuto tre stagioni proficue dal punto di vista realizzativo segnando più di 30 gol nelle ultime due annate. Successivamente, altre squadre si sono interessate a me e ho avuto l’opportunità di girare l’Italia tra Umbria, Toscana e Lombardia, militando in Lega Pro con squadre come Alessandria e Castel di Sangro.”
Intorno ai 25-26 anni, un infortunio importante limita le sue capacità atletiche, ma non intacca la sua forza e determinazione. Così, si reinventa in campo, continuando a dare il massimo e proseguendo la sua attività calcistica anche sui campi calabresi:
“Si tratta di una pubalgia cronica con cui ancora oggi convivo. Non è stato facile perché prima ero un attaccante veloce e la mia fisicità era un punto di forza in quanto creavo spesso superiorità numerica, una caratteristica che oggi cerco di trasmettere ai ragazzi che alleno. Tuttavia, non mi sono arreso e sfruttando altre mie qualità tecniche ho iniziato a ricoprire nuovi ruoli in campo come esterno d’attacco e centrocampista.”
Tra le tante partite disputate e le emozioni vissute, ci sono alcuni momenti che hanno un valore speciale:
“Ricordo con molto piacere i gol segnati all’esordio con la Vigor Lamezia e con l’Alessandria, entrambi in Coppa Italia. È stato speciale anche il periodo in Eccellenza con il Poggibonsi; quell’anno vincemmo il campionato e, nello scontro diretto con il Montalcino, segnai una tripletta in 48 minuti nonostante un infortunio che avrebbe dovuto tenermi fuori. Conservo ancora il video di uno di quei gol: un assist in rovesciata di un mio compagno finalizzato da me…sempre in rovesciata! Nel mio percorso ho incontrato anche diversi allenatori da cui ho imparato tanto. Marcello Pasquino è sicuramente quello che più mi ha ispirato. È stato uno dei migliori tecnici in Calabria e mi ha colpito per il suo carisma e la sua visione di gioco all'avanguardia rispetto ai tempi. Purtroppo non ho concluso quella stagione insieme a lui, ma alla fine è riuscito a vincere quel campionato di Serie D, noto da sempre per la sua competitività, con una squadra giovane e una società in crisi. Da lui ho preso l’idea di poter diventare, un giorno, allenatore".
Proprio dalla panchina, Parentela ha maturato diverse esperienze in Calabria, tra Soriano, Caraffa, Amantea e a Cutro dove è riuscito a riportare entusiasmo grazie ad uno straordinario campionato chiuso al sesto posto. Quest’anno, a Delianuova, sono arrivate ulteriori soddisfazioni sebbene l'amarezza di aver sfiorato i play off. Dietro la volontà di continuare a far parte del progetto amaranto c'è un significato importante:
“Cerco sempre di fare della mia storia un piccolo esempio per i ragazzi, non perché io sia stato un fenomeno, ma perché ho vissuto di calcio e continuo a farlo. Il mio obiettivo è di trasmettere loro grande professionalità e senso di appartenenza, inoltre tengo molto ad instaurare un rapporto leale e diretto con tutti. Per me la differenza non sta solo nelle competenze tecniche, ma in ciò che si ha dentro e ciò che si trasmette. A Delianuova abbiamo creato un ambiente unito e nella mia carriera da allenatore ho sempre dato importanza a questi tipi di legame. Qui ho trovato quello che cercavo e per questo motivo continueremo insieme anche per la prossima stagione”.
Un’altra importante pagina sportiva Andrea Parentela l’ha scritta nel beach soccer, ricoprendo la duplice veste di giocatore e allenatore. Oggi si occupa della parte tecnica e ogni anno dà a molti bambini l’opportunità di aderire a iniziative che li avvicinano allo sport, unendo divertimento e apprendimento:
“Oltre ad allenare le prime squadre del calcio a 11, una mia grande passione è sempre stata quella di lavorare con i più piccoli. Dopo una stagione a ritmi intensi, tornare a quel calcio fatto solo di gioco e passione mi fa stare bene. Da dieci anni organizzo colonie estive nel mio paese, a Montepaone Lido, in un mix perfetto di sport, mare e divertimento. Ad agosto, invece, parte l’Academy di beach soccer che ho portato per la prima volta qui quando era ancora un’iniziativa limitata a Viareggio e Terracina. È uno sport che ho conosciuto ai suoi albori ed è molto affascinante oltre che imprevedibile: spesso vedo emergere giocatori che nel calcio tradizionale non brillano. È un peccato che a Catanzaro non ci siano più squadre di beach soccer - a causa di questioni economiche e organizzative - perché stavamo gettando le basi per fare grandi cose. Basti pensare che gli ultimi due capitani della nazionale, Corosiniti e attualmente Zurlo, sono entrambi catanzaresi. Solo il mio lavoro e la mia passione naturalmente non bastano, però mi piacerebbe costruire un percorso di continuità per far crescere e accompagnare i nostri bambini fino all’under 18 e alla prima squadra. Per ora è solo un sogno, ma fino a quando potrò, porterò avanti queste iniziative con lo stesso entusiasmo.”