
Il risultato non interessa, l'eliminazione e le polemiche arbitrali nemmeno. Ciò che conta è la grande, grandissima squadra che gli azzurrini hanno dimostrato di essere. Talento sconfinato e attaccamento viscerale alla maglia, ecco perché bisogna essere fiduciosi e positivi. Questi ragazzi - eliminati in 9 contro 11 dalla Germania per 3-2 - hanno fatto molto di più di vincere un Europeo che li vede chiudere ai quarti di finale. Hanno ricordato a tutti, gridando forte e chiaro, che in Italia si vive di calcio e il pallone scorre nelle vene dei nostri ragazzi. L'Italia chiama, chiamò e chiamerà. E noi risponderemo presente, basta solo dare fiducia ai giovani. Che lo tengano presente i club di Serie A, quelli che guardano ai soldi invece che al calcio, quello vero, che stanno contribuendo a rovinarlo. La vera essenza di questo meraviglioso sport è stata e sarà per sempre la Nazionale. Che se lo mettano in testa tutti, soprattutto chi idolatra i club e snobba l'Italia.
LA PARTITA Parliamone allora di calcio giocato e scendiamo nella cronaca di una partita al cardiopalma, guastata da decisioni arbitrali quantomeno ambigue. Troppe ammonizioni, sfociate in due espulsioni eccessive. La prima, doppio giallo a Gnonto, è apparsa una complicità tra severità arbitrale e ingenuità del nostro ragazzo. La seconda di Zanotti (sempre doppia ammonizione) è semplicemente esagerata. L'Italia resta comunque in dieci prima e nove dopo, tra l'80' e il 90', venendo così limitata nella parte finale di gara. Prima, fin dal fischio d'inizio, gioca alla grande facendosi preferire ad una Germania anch'essa ricca di talento ma decisamente più grezza e dagli angoli ancora da smussare. Succede tutto nel secondo tempo, fin da quando apre le danze una percussione conclusa con tiro dal limite di Koleosho al 58'. Un gol bellissimo che porta meritatamente in vantaggio gli azzurrini. I tedeschi non ci stanno e rispondono con il ragazzo più forte in maglia bianca: l'attaccante Woltemade, capace di svettare di testa da angolo al 68'. L'Italia non molla, continua con il suo gioco fresco e brillante. L'espulsione di Gnonto destabilizza tutti e la Germania ne approffita per infliggere quello che sarebbe il colpo di grazia per una squadra normale, ma teniamo bene a mente che questa Italia è una squadra differente, di quelle che non molla mai. Anche davanti al 2-1 all'87' di Weiper, gli azzurrini ci credono, ci sperano e fanno brillare quella meravigliosa maglia azzurra. Nonostante la seconda espulsione, si continua a spingere consapevoli che no, non può finire così. Il calcio ti regala emozioni forti e spesso lo fa nei minuti finali. Qui è il sesto di recupero, punizione dal limite dell'area. Ambrosino - che sarebbe dovuto essere la riserva di Pio Esposito (quanti giocatori forti che abbiamo!) - ci mette tutto il suo talento misto ad una freddezza incredibile e piazza sotto il sette un tiro fantastico. Si va così ai supplementari, dove comprensibilmente non si hanno più le forze di attaccare. I rigori sembrano avvicinarsi quando, al 117', Rohl penetra in area e trafigge definitivamente i sogni di gloria degli azzurrini.
SORRISI DAL FUTURO In tribuna c'è quell'uomo tutto fumantino venuto dalla Calabria per risollevare l'Italia dei grandi che fatica a stare seduto. La sente eccome la partita, la vive con trasporto ed emozione. E sul suo taccuino, siamo sicuri, avrà scritto tanti nomi dei ragazzi di Nunziata. Quel Rino Gattuso, che nella sua prima conferenza stampa da ct ha ribadito di avere a disposizione talento e chiesto attaccamento alla maglia, ha visto tutto ciò nella prestazione degli azzurrini. La rinascita della Nazionale maggiore parte idealmente da qui. Da un allenatore che si gusta dei giovani da Italia vera e, nella speranza che qualche club meno sprovveduto di altri li metta al centro dei loro così decantati progetti, scorge un futuro di quelli belli. Impossibile non farlo davanti alla prestazione di tutti gli azzurrini. Sbaglieranno, certo, e sarà lì che gli si dovrà dare ancora più fiducia ricordando proprio questo Europeo, che tanto ha esaltato le loro qualità.
Viva i giovani, viva l'Italia, quella del pallone, quella del vero calcio: la Nazionale.