
Si sente spesso parlare della passione sportiva viscerale dei calabresi. Basta pensare alle antichissime e intergenerazionali memorie sportive che legano il nostro territorio. Da qualche anno il campionato di Prima Categoria conferma la bellezza di tante squadre blasonate e di tantissimi derby che hanno sempre trasmesso identità, passione e goliardia. Quando poi tra le tante a giocarsi la vittoria del titolo ci sono due team pianigiani diventa tutto più affascinante. Taurianova e Polistena è proprio questo, una partita tanto bella quanto genuina, un match atteso non solo dai rispettivi sostenitori ma anche da tutti coloro che sono appassionati di calcio dilettantistico calabrese. Quando scendono in campo questi due sodalizi portano sempre con sé un valore e una tradizione storica veramente impressionante ed è abbastanza facile notare come il divertimento, ma anche gli sfottò sia sempre dietro l’angolo.
Due club che hanno solcato anche palcoscenici diversi come la quarta serie in degli anni e dei campionati, dove c'era grande competizione, e con organici di grande spessore: il Taurianova nei primi anni 50, il Polistena a metà degli anni 60, oppure i campionati di Eccellenza tra gli inizi degli anni 90 e i primi anni 2000. Tifo infernale, battaglie infuocate hanno sempre caratterizzato questa sfida con solo degli unici protagonisti: l'apporto viscerale della propria gente, non solo a livello sportivo in quanto i tifosi sono la chiave del business del calcio.
Ore di attesa prima del fischio del match previsto per sabato alle ore 15,00 allo stadio comunale di Taurianova, che rischia di destare più di qualche perplessità e una certa indignazione, in quanto nelle ultime ore pare ci sia una decisione della Prefettura di disputare la gara a porte chiuse per qualche inagibilità dello stadio. Una notizia che sta circolando in queste ultime ore, che rischia davvero di danneggiare il nostro calcio dilettantistico. Il calcio senza tifosi è vuoto di emozioni, di calore e di colori, si potrebbe parlare all'infinito come un piccolo pettegolezzo, ma che realmente dovrebbe far riflettere perchè si sta togliendo tanto, troppo, anche la meraviglia del pallone, gli spalti gremiti e quello stupore che ha sempre contraddistinto il pubblico calabrese. In fondo è vero “ci vuole tanto per creare ma poco per distruggere”.