
La Reggina ha perso. Non sul campo, dove continua a macinare vittorie e successi. Ha perso sul piano dell'immagine. Domenica il Granilllo non aprirà a meno di colpi di scena - i suoi cancelli, la partita più importante della stagione si giocherà a porte chiuse. Per colpa di chi? Difficile dirlo all'interno di una realtà che spesso si definisce di categoria superiore.
LA STANGATA Parliamo di fatti, quindi parola al giudice sportivo che ha deciso di punire la Reggina con un'ammenda di 3 mila euro e, per l'appunto, una gara a porte chiuse. Motivi? Eccoli di seguito: "Per avere i propri sostenitori: introdotto ed utilizzato materiale pirotecnico (22 fumogeni) all'interno del settore loro riservato, provocando alcuni minuti di ritardo all'inizio della gara, per mancanza di visibilità; fatto indebito ingresso, al termine del primo tempo, all'interno dell'area degli spogliatoi, rendendo necessario l'intervento del Commissario di campo e di alcuni dirigenti della società, lanciato 3 bottigliette piene d'acqua sul terreno di gioco colpendo alcuni tesserati della società avversaria. Infine, al termine della gara, veniva aperto il cancello centrale della tribuna ed alcuni sostenitori della società di casa entravano indebitamente sul terreno di gioco." La sanzione, va sottolineato, è stata pesante anche in virtù della recidiva, dunque non si tratta di una prima volta.
RICORSO PRONTO A prescindere da tutto, la Reggina non ci sta e giustamente presenta reclamo per non vedersi rovinata la possibilità di vivere l'ultima cruciale partita della stagione senza il proprio pubblico. Proprio il club amaranto ha annunciato nella mattinata di oggi di: "Aver già provveduto al deposito del preannuncio di reclamo, cui seguirà, nei termini e con le modalità previste dalla procedura d'urgenza contemplata dal Codice di Giustizia Sportiva, la presentazione del reclamo. La Società confida in una rivalutazione dei fatti, auspicando il tempestivo celere ripristino delle condizioni che consentano la regolare partecipazione del pubblico alla prossima gara!" Si tratta di un atto formale, immancabile in queste situazioni se si pensa di avere ragione. Da capire l'evolversi della questione nelle prossime ore.
PERPLESSITÀ DIFFUSE La storia della Reggina è una cosa, il presente un'altra. Gli amaranto sono di livello superiore per blasone, vecchie conquiste gloriose e - banalmente - per somma di campionati professionistici disputati. Tutto ciò, però, è passato. Indelebile e meraviglioso passato, ma pur sempre precedente. Conta il presente e qui i dolci ricordi non incidono per una promozione o per l'immagine che si dà di sè. Incidono i risultati, i fallimenti la gestione quotidiana di tutto ciò che è Reggina. In queste pagine difficilmente abbiamo criticato l'operato dell'attuale dirigenza che, oggettivamente, ha prima fatto i salti mortali per mettere in piedi una squadra l'anno scorso e adesso ha costruito una compagine forte e solida, occupandosi anche del Sant'Agata e delle giovanili. Poi, certo, pesa il gravissimo errore di mandar via Trocini per poi richiamarlo, ma è un qualcosa di tecnico e sportivo. Oggi però si deve sottolineare come l'immagine che si dà all'esterno della Reggina non sembra essere da categorie superiori. Sul campo, giocatori e allenatore hanno dimostrato di valere la Serie C, ma la società deve fare di più. La storia della Reggina non è questa, non sono i due fallimenti in 8 anni, non è la Serie D. Però, questa è la realtà. Si potranno anche vincere i playoff, si potrà essere anche ripescati e se lo meriterebbero tutti, ma la dirigenza dovrebbe migliorare. Ecco, dovrebbe alzare il proprio livello e ha tutte le potenzialità e le capacità per farlo. Per essere all'altezza della storia della Reggina e per meritarsi il professionismo bisogna essere ancor più professionisti. Le sbavature possono capitare, ma bisogna migliorare in fretta, altrimenti la Serie D sarà ancora l'unica realtà per una nobile decaduta di una storia che fu e che adesso non c'è più.