
La vita è fatta di emozioni forti. Il calcio – che della vita rappresenta lo specchio più veritiero e sincero – non può essere da meno. Il destino della Reggina era già meschino in partenza. Obbligare una squadra a vincere sempre e comunque rappresenta un esercizio complicatissimo di per sé, se poi ci aggiungi il fatto che dagli altri campi bisogna anche sperare in risultati clamorosi allora si è ben oltre i confini dell’impresa. In una situazione del genere, protratta nel tempo, il passaggio a vuoto, l’inciampo è sempre dietro l’angolo e se commesso può pesare come un macigno, influenzando l’intera stagione. Di fatto è quello che stava succedendo in una domenica ad alto nervosismo e tensione. Uno scialbo 0-0 nel difficile campo di Lamezia, mentre il Siracusa vinceva la sua partita 3-1. Sogni di promozione diretta in fumo, frustrazione e disperazione. No, aspettate, nella vita e nel calcio tutto può essere conquistato con la forza della speranza e della volontà. Eccola allora l’emozione forte, fortissima, che arriva lì dove si annidano i pezzettini di storia: al 94’ a tempo scaduto arriva l’uomo più importante, il capitano Barillà. Il colpo di testa di Nino da Catona decide la partita e trasforma l’emozione in adrenalina pura da andare a scaricare sul resto del campionato, che adesso vede l’inerzia spostarsi con forza verso una piazza già in festa in ogni trasferta, quella di Reggio Calabria.
PRUDENZA Ritmi blandi e portieri inattivi, parte così un Sambiase-Reggina dove i punti evidentemente pesano. Solo una palla ferma può spezzare la monotonia del giro palla a centrocampo ed è proprio un angolo calciato da Ragusa al 20’ che innalza la soglia dell’attenzione generale. Palla nell’area piccola colpita in maniera fortuita da Barranco. Altrettanto fortuita la parata di Giuliani che devia la sfera quasi senza accorgersene, vista la distanza praticamente nulla tra sé e l’avversario. Azione rocambolesca ma che ha avvicinato la Reggina al vantaggio. Gli amaranto soffrono un quasi sorprendente atteggiamento votato alla difesa del Sambiase. I giallorossi non giocano a viso aperto, lasciano il possesso agli avversari e ripartono in contropiede quando possibile. La squadra di Morelli si dimostra compatta nel coprire ogni spazio, costringendo Trocini a mischiare le carte sperando di trovare un asso. Si punta molto sul movimento in entrambe le fasce con le sovrapposizioni di Vesprini a destra e lo scambio costante di posizione tra le ali Renelus e Ragusa, ma a rendersi pericoloso è un difensore. Adejo (33’) dal limite dell’area prova la botta di potenza, respinta da un attento Giuliani. La prima risposta del Sambiase arriva al 36’ quando un colpo di testa sul secondo palo di Piriz viene sventato dal provvidenziale intervento di Lagonigro. La partita si rende vivace, con le due squadre ormai scrollatisi di dosso la timidezza iniziale.
URLO DI GIOA Il migliore in campo si dimostra essere proprio Lagonigro. Il portiere amaranto cancella un’azione da gol clamorosa al 54’, con la Reggina trafitta nel bel mezzo della difesa con un’imbucata verso Ferraro. L’attaccante giallorosso è pronto a raggiungere completamente indisturbato la sfera in area quando l’estremo difensore amaranto esce con un’ottima scelta di tempo e gli sradica il pallone dai piedi. Tanto agonismo, gioco duro, falli e nervosismo. Insomma, tutti ingredienti che portano a sviluppare poco sul piano delle azioni create, soprattutto per gli amaranto che con il passare dei minuti sentono alzarsi la tensione e la frustrazione per non riuscire a sbloccare un risultato che sarebbe clamorosamente importante per tutto il discorso promozione. Il secondo tempo è di fatto rappresentabile da un deserto secco e arido, dove la Reggina non vede nemmeno il miraggio di un’oasi. Certo, l’atteggiamento difensivo e compatto dietro la linea della palla del Sambiase ha sorpreso ma sbattere su un muro senza provare ad aggirarlo è di fatto il grande rimpianto del pomeriggio lametino di Barillà e compagni. Rimpianto che ha rischiato di segnare la corsa promozione diretta, invece al 94’ – penultimo minuto di recupero – il capitano ha colpito di testa e gonfiato la rete. Momento chiave che tornerà a fine stagione se tutto andrà come si spera dalle parti di Reggio Calabria. Lì dove c’è gente che non molla mai, nel calcio come nella vita.
Il tabellino
Sambiase (4-2-3-1): Giuliani; Perri, V. Frasson, Strumbo, S. Frasson; Caporello, Piriz (70’ Cozza); Carella (74’ Cataldi), Zerbo, Umbaca; Ferraro (92’ Costanzo). In panchina: Donato, Dell’Acqua, Morra, Chianese, Tiveron, Maitini, Costanzo. All. Morelli.
Reggina (4-3-3): Lagonigro; Vesprini (58’ Giuliodori), Adejo, Girasole, Cham; Barillà, Laaribi, Porcino (82’ De Felice); Renelus (58’ Grillo), Barranco (76’ Curiale), Ragusa (69’ Urso). In panchina: Martinez, Capomaggio, Ndoye, Perri. All. Trocini.
Terna arbitrale | Arbitro: Salvatore Marco Testaì di Catania. Assistenti: Stefano Allievi di San Benedetto del Tronto, Domenico Lombardi di Chieti.
Marcatori: 94’ Barillà (R).
Note | Ammoniti: Perri (S) e Porcino (R) per gioco pericoloso, Strumbo (S) e V. Frasson (S) per intervento scomposto, Girasole (R) per proteste. Espulsi: Trocini (R) per proteste. Angoli: 2-4. Recupero: 1’ pt, 5’ st. Paolo Messina