
Il calcio, soprattutto quello di un tempo, racconta spesso di imprese ai confini dell’inimmaginabile capaci d’esser compiute, prima che dalle gesta dei valorosi atleti abili nel cercare di superarsi sul rettangolo di gioco, solo da uomini animati da elevatissimi valori umani… ed è proprio quanto accadde nella lontanissima stagione calcistica 1934-35 allorquando la Palmese del presidente Pirrottina, guidata in panchina dallo stratega ungherese Sandor Peics, scrisse la pagina più entusiasmante della sua storia ultracentenaria.
Il brillante undici neroverde al termine del campionato di PRIMA DIVISIONE, dopo aver letteralmente dominato le scene rifilando, addirittura, un roboante passivo di undici reti, tra la gara d’andata e quella di ritorno, alla Reggina, giunse prima staccando di cinque lunghezze la Juventus Trapani, dell’epopea dorata di Heinrich Schonfeld, la Nissena e la Salernitana.
Il meritatissimo primo posto conquistato, frutto di tredici vittorie, sette pareggi e soltanto tre sconfitte, le valse l’accesso al girone finale per la promozione in SERIE B nel quale affrontò la storica compagine genovese dell’Andrea Doria, i lombardi del Falck e il Taranto.
A trionfare furono i pugliesi di Umberto Zanolla, che avevano nel triestino Svageli un attaccante formidabile, ma per la Palmese, che tra le sue fila annoverava calciatori di primissimo livello affermatisi, finanche, nella massima serie, quali… il sicuro portiere modenese Silingardi, il prestante difensore, anch’esso modenese, Pincelli, perito da eroe durante la Seconda guerra mondiale, quindi Rescigno, Ieraci, Scheer, Di Maio, Colausig, Ranieri, il longilineo attaccante friulano Orzan, il talentuoso Corallo e lo scaltro attaccante Surra, fu, comunque, un’annata indimenticabile tant’è che fu battezzata e conosciuta in tutta Italia con l’appellativo di “squadra miracolo”.