Qualcuno una volta disse che Pelè in campo non faceva la differenza, ma che lui stesso era la differenza. Sebbene ci troviamo in una realtà più piccola, si potrebbe dire lo stesso per Mimmo Labate. Il suo genio ed estro calcistico hanno fatto la storia del calcio dilettantistico calabrese del passato e la sua lunga e brillante carriera è iniziata nelle piazzette del suo quartiere, Gebbione:
“Ho iniziato con altri ragazzi del mio rione nelle piazzette che abbiamo adattato per poter giocare a calcio. La mia prima vera esperienza è stata nella Pro Pellaro quando mi avevano solo preso per disputare il campionato allievi e invece alla fine sono stato messo fin da subito in prima squadra. Da quell’anno, il 1969, ho continuato a giocare fino all’età di 38 anni terminando la mia carriera nel 1988/89.”
Labate ha militato per diverse squadre come Bovalino, Siderno, Rosarno, Lazzaro e Melito, riuscendo a collezionare tante vittorie anche nel calcio a cinque. Nonostante per lui questo sport sia stato soprattutto una professione, ciò che lo animava era la voglia di divertirsi facendo quello che più amava:
“Il calcio per me è stato un grande divertimento oltre che una fonte di guadagno che mi ha permesso di realizzarmi come uomo. Ho rinunciato anche ad un posto che mi era stato offerto nel settore ferroviario a Domodossola e ho fatto il calciatore per diversi anni. Parallelamente alla mia carriera da calciatore ho messo su un negozio e la frase ‘lo sport ti cambia la vita’ ne accompagna il nome perché racchiude quanto quegli anni siano stati importanti per me.”
Il senso di appartenenza e la condivisione sono i tratti distintivi del calcio e Labate è riuscito a trasmettere queste caratteristiche soprattutto ai ragazzini del suo rione. L’ex calciatore reggino è stato infatti il principale artefice della società Stella Rossa che per anni è stata una protagonista della città di Reggio Calabria e di tutta la Regione:
“Con la società Stella Rossa abbiamo valorizzato i ragazzini togliendoli dalla strada. Ricordo una partita bellissima di un torneo di calcio a 5 e in quell’occasione ho voluto premiare la squadra per aver vinto il titolo regionale. Ho fatto partecipare tutti i ragazzini ad un torneo insieme a dei professionisti e alla fine abbiamo vinto noi. È stata una soddisfazione perché io ho potuto giocare a calcio e loro hanno assistito ad una partita che non avevano mai visto prima.”
Nella Hall of Fame del calcio calabrese passato tutte le storie dei principali protagonisti sono accomunate dal senso di rispetto e di amicizia che lega ciascuno di loro. I riconoscimenti e i complimenti che Labate riceve ancora oggi a distanza di anni sono motivo di orgoglio e gratificazione. Un rapporto molto stretto è quello che si è creato con l’ex allenatore Peppe Giancotta:
“Noi calciatori del passato avevamo solamente un pallone e non c’era cosa migliore. Inoltre, all’epoca, condividevamo bellissimi rapporti di amicizia che sono ancora più saldi di prima come quello con Giancotta. Per me lui non è stato un mister, ma Il Mister e mi è sempre stato vicino in diversi momenti.”
Il talento di Labate era tale che bastava dargli un pallone in modo che a tutto il resto ci pensasse lui. In un’amichevole giocata contro la Reggina le sue qualità tecniche gli permisero di farsi beffa di un’intera squadra di professionisti:
“Ero bravo nel fare i tunnel ed io e un mio compagno avevamo scommesso che sarei riuscito a farne uno a Rossi, un giocatore grintoso, cattivo e sempre ben piazzato. Dopo pochi secondi dal fischio d’inizio puntai Rossi e gli feci passare la palla tra le gambe vincendo la scommessa ed una cena. Alla fine sono stato sostituito e ho scoperto solo dopo che Giancotta lo aveva fatto perché continuavo a ricevere brutti falli dagli avversari, nel tentativo di fermarmi in tutti i modi”.
Quando si cerca di raccontare una figura eccezionale come quella di Mimmo Labate non si dice mai abbastanza. Un campione che ha applicato a questo sport non solo disciplina e dedizione, ma anche umiltà e genialità. In virtù del suo incredibile talento, l’ex mister Peppe Giancotta ha potuto affermare che il calcio dilettantistico calabrese non conoscerà più nessun altro come lui.