Questione Stadio, senso di appartenenza e identità. Ecco come Cotroneo ha riportato entusiasmo in tutto l'ambiente del Catona. Intanto chiude l'ultimo colpo di mercato: ecco il bomber Giovanni Tegano.
Un sogno diventato realtà quello buttato giù su un foglio di carta, sopra un tavolino, ben dieci anni fa dal direttore sportivo Michele Cotroneo il quale, insieme a Peppe Laganà, presidente della società e al direttore tecnico, Peppe Iurmanò davano vita all’Atletico Catona, oggi ASD Catona calcio. Da allora è passato un decennio: dieci anni di passione, sacrifici, vittorie ma anche sconfitte. Questo è il calcio. E, spesso nel calcio, quando una società raggiunge certi livelli è necessario rifondare. Ripartire da zero. Il ritorno del ds Cotroneo, in un certo senso, è servito anche a resettare tutto, dare nuova linfa dopo la disastrosa stagione scorsa e, ripartire con un progetto più ambizioso. Così, in estate, sono nati tutti i presupposti per far iniziare il nuovo corso biancazzurro puntando sulla motivazione e sul senso di appartenenza dei giocatori, quasi tutti di Catona; sulla riqualificazione dello stadio “Reitano”; e soprattutto sulla necessità di recuperare quell’identità e orgoglio che negli anni si sono persi puntando a ripopolare lo stadio e ha ridare entusiasmo a tutto l’ambiente. Lavorando, sotto traccia e con determinazione, il direttore sportivo, c’è riuscito. «Il mio più grande grazie - tiene a precisare Cotroneo - va alla società, a tutti i dirigenti, a chi, insieme a me, ogni giorno dà il massimo per questi colori e li tiene in vita».
Direttore, un primo bilancio dopo 10 partite di campionato?
«Il bilancio non può che essere positivo: la classifica dice che siamo stati bravi ed era quello che ci aspettavamo da una rosa importante. Sono estremamente soddisfatto dei ragazzi, dell’allenatore e, in generale della crescita costante della squadra che, giornata dopo giornata, ha dimostrato sul campo di poter lottare per le prime posizioni. Vogliamo continuare a provarci. A sognare».
Dieci anni fa sei stato tra i soci fondatori del Catona calcio. Poi le strade si sono divise. Dopo essere stato richiamato, ti aspettavi di trovare una realtà del genere?
«Pur essendomi allontanato fisicamente dalla società in questi anni, ho sempre dato un’occhiata con attenzione e affetto alla sua evoluzione. Dieci anni fa insieme a Peppe Laganà, presidente della società e, Peppe Iurmanò, il direttore tecnico abbiamo fondato il Catona. E’ stata un’avventura bellissima ricca di passione, sacrifici e tanto lavoro. A volte però le strade si dividono. Adesso, l’importante è essere tornato. L’anno scorso ho accettato la chiamata del direttore Iurmanò per aiutare la squadra. Abbiamo salvato miracolosamente la Prima categoria e ci siamo ripromessi che l’anno successivo sarebbe dovuto essere l’anno zero. Quello della rinascita».
In che modo ci siete riusciti?
«In primis avevamo l’esigenza di “resettare” tutto, puntare su giovani motivati sia a livello dirigenziale che di squadra e programmare un progetto serio, che mirava sia a restituire entusiasmo a tutto l’ambiente, sia alla riqualificazione del nostro stadio Reitano di Catona».
E, così, in estate è partita la rivoluzione che ha intaccato dirigenti, allenatore e squadra. Cosa è cambiato rispetto agli altri anni?
«Qui si vive il calcio in maniera intensa e passionale, proprio come piace a me. È, però, anche una grande responsabilità. Catona merita questo. Vogliamo rappresentare qualcosa di importante per la città. Ecco perché, durante il calciomercato estivo ho puntato su giocatori “made in Catona”, per esempio è tornato il nostro capitano, Peppe Calarco, i fratelli Bruno e Domenico Giordano, Fulco, Emanuele Spanti, giusto per citarne qualcuno. Vogliamo trasmettere a questi ragazzi all’attaccamento alla maglia, il senso di appartenenza e l’onore di rappresentare il proprio paese»
Anche l’allenatore parla Catonese
«Il mister Daniele Carrozza oltre ad essere di Catona, è un giovane allenatore molto promettente. Conoscevo i suoi metodi di lavoro e non ho avuto alcun dubbio ad affidargli la squadra. Ho piena fiducia in lui e, finora, i risultati ci stanno dando ragione».
Invece, come è stato il tuo ritorno a casa?
«Da un punto di vista umano sono sempre lo stesso, forse più battagliero. Ma questo fa parte del mio carattere. Da quello professionale, invece, sono tornato con un bagaglio di esperienza maggiore e con la voglia, moltiplicata per mille, di fare bene per la squadra della mia città. Questo non fa che aumentare il mio senso si responsabilità, pertanto il mio primo obiettivo è ripagare nel migliore dei modi con impegno, sacrificio e professionalità, la fiducia che tanti nella mia città nutrono verso di me».
Quest’anno quali sono i colpi di mercato che ti hanno più gratificato?
«Credo che i migliori colpi di mercato siano tutti i giocatori. Si sono sempre comportati da vero gruppo: in una rosa così competitiva, non è facile restare costantemente uniti. I risultati arrivano anche per questo. Quindi bravi ragazzi, siete fantastici».
Hai, da dirigente, un sogno nel cassetto?
«Ne ho due: portare il Catona in Promozione e creare un calcio sostenibile grazie all’importanza del settore giovanile»
Per avere un settore giovanile serve un proprio stadio. A che punto sono il lavori del “Reitano”?
«La questione stadio è di primaria importanza per ogni club e, anche per noi assume un significato particolare viste le difficoltà che ogni società incontra durante i campionati. Avere un proprio stadio è il punto di partenza per costruire il futuro. Finalmente, dopo tanti anni, lo stadio “Reitano” di Catona vivrà di nuovo. I lavori per il rifacimento del campo stanno procedendo. Si tratta di un restyling totale di tutta l’area che va dal campo, alle tribune, passando dagli spogliatoi, dal rifacimento degli impianti di illuminazione, uscite di emergenza, parcheggi, insomma sarà riqualificata tutta la zona. Per quanto riguarda i lavori, stanno procedendo, nei giorni scorsi è stato calato il telo dove sarà appoggiato il prato sintetico».
Quando saranno consegnati i lavori?
«Se tutto va bene, il prossimo campionato torneremo a giocare nel nostro stadio. Nella nostra casa. Magari in Promozione, perché ci crediamo. Certo, la Bovalinese dista 7 punti ma il campionato è ancora lungo. Siamo consapevoli di potercela giocare con tutti, ecco perché abbiamo puntellato la squadra con alcuni rinforzi».
E con i nuovi rinforzi sei riuscito a rafforzare tutti i reparti. Chi è arrivato?
«In difesa abbiamo preso Massimo Sartiano, gioca a destra e può darci una grossa mano. A centrocampo è arrivato dal Gebbione un ex, Roberto Marino; Sono contento anche per l’acquisto di Paolo Falcone, un esterno offensivo molto interessante. Mentre per l’attacco è arrivato dalla Pro Pellaro, il bomber Giovanni Tegano. Sono sicuro che i nuovi acquisti riusciranno ad integrarsi bene e subito col gruppo in modo da darci una marcia in più».
Tornando al campionato, non possiamo che soffermarsi sui tifosi, sempre numeri
«Un valore aggiunto. Sono molto felice perché abbiamo raggiunto il primo obiettivo che c’eravamo prefissati con la società, ovvero quello di riportare i tifosi allo stadio. E ci siamo riusciti. C’è entusiasmo. Per esempio, nell’ultima partita contro la Campese erano presenti circa 800 tifosi, davvero qualcosa di meraviglioso»
Capitolo a parte sono gli ultras
«Sono dei ragazzi fantastici. Non smettono mai di incitare la squadra e, in ogni partita ci danno una carica enorme. Un grande plauso va anche a loro»