Nel mondo dello sport Sonny Barbuto rappresenta un esempio di rara poliedricità. Infatti, oltre ad eccellere come allenatore di calcio, si distingue anche come appassionato docente di scienze motorie e giornalista con quasi trent’anni di esperienza.
L’arte del gioco del pallone l’ha ereditata dal padre Albino, celebre difensore che ha lasciato un segno indelebile nella storia del Catanzaro. Seguendo le sue orme, anche Sonny ha vestito i colori giallorossi con successo, laureandosi Campione d’Italia Berretti nel 1992. Successivamente all’esperienza da calciatore, ha iniziato un brillante capitolo della sua carriera calcistica, questa volta dalla panchina:
“Ho mosso i miei primi passi da allenatore con la scuola calcio Punto Juve dell’ex gloria catanzarese Salvatore Pesce. Ricordo con gioia quei momenti e, oltretutto, essendo affiliati alla Juventus abbiamo avuto l’opportunità di interagire con campioni storici come Zidane e Del Piero. Un altro momento significativo è stato alla fine degli anni ‘90 quando, alla guida del Santa Maria, ho vinto quattro campionati con Giovanissimi e Allievi. È stato un periodo emozionante in cui abbiamo fatto la storia, poiché nessuna squadra catanzarese ha più vinto un titolo regionale nelle categorie Under 15, 16 e 17 dal 2002 ad oggi ”.
A questi primi successi si aggiungono le vittorie con Scalea, Pro Cosenza e Catanzaro Lido, oltre alle esperienze con la prima squadra del Sambiase in Eccellenza, del Locri in Promozione, del Real Santa Maria in Prima Categoria e della Nuova Terina in Seconda Categoria. Una carriera in continua ascesa, caratterizzata non solo dal suo carisma, ma soprattutto, dalla costante ricerca di innovazione nell’ambito dei settori giovanili:
“Amo interagire con i ragazzi, avendo costantemente operato con loro sia nella mia veste di allenatore che di docente. Del resto, l’etimologia della parola ‘insegnare’ ricorda l’importanza di lasciare un segno, sia esso di vita o di formazione, in ambito scolastico così come quello calcistico. Con i giovani calciatori è necessario essere empatici e stimolare il loro talento, la fantasia e la tecnica. Sicuramente la generazione attuale è diversa dalla mia, ma è fondamentale fargli capire che è difficile raggiungere un obiettivo senza sacrificio, e anche in caso di successo il senso di gratificazione non è paragonabile a quando, invece, si ottiene qualcosa con determinazione e impegno.”
La sua abilità nel riconoscere e promuovere il talento ha portato a numerose soddisfazioni, tra cui l’aver guidato diversi giovani verso il professionismo. Questo ideale lo ha ispirato nel creare una squadra con l’obiettivo di incrementare le opportunità delle nuove promesse nel mondo del calcio:
“Tanti ragazzi che ho allenato sono approdati in squadre di alto livello, tra cui l’attuale capitano del Catanzaro Pietro Iemmello, l’ex capitano giallorosso e del Parma Francesco Corapi, Fabio Mangiacasale e tanti altri che hanno raggiunto le leghe professionistiche minori e la serie D. Quest’anno ho fondato la “Football Players Special One” con lo scopo di organizzare tornei, stage e amichevoli per dare la giusta visibilità a coloro i quali non sono stati selezionati dalle rappresentative FIGC. Negli ultimi incontri abbiamo vinto con squadre di categorie superiori e ciò dimostra il potenziale dei nostri calciatori. Nel nostro territorio c’è tanto buon materiale su cui vale la pena concentrarsi”.
Un’altra passione di Sonny Barbuto è il mondo dei media. Giornalista pubblicista dal 1997 da quattro anni gestisce il magazine “Non Solo Sport” con più di tre milioni di visualizzazioni. Vanta anche una notevole esperienza nella conduzione di programmi radiofonici come “RVS Sport” su Radio Valentina, oltre che su Radio CRT di Lamezia. In televisione, oltre ad aver condotto varietà a carattere sportivo, è spesso ospite della trasmissione "RTC Catanzaro Sport" di Mario Mirabello. La stessa passione e dedizione si estende anche al suo ruolo di insegnante, attraverso il quale impartisce vere lezioni di vita:
“Reputo scienze motorie una materia di fondamentale importanza perché, come dico sempre, il corpo umano è l’unica entità con la quale ogni individuo condividerà ogni aspetto della sua esistenza. Ai miei alunni spiego che è importante fare sport, anche una semplice passeggiata, perché ciò contribuisce al miglioramento del proprio benessere fisico e mentale. Io non mi definisco un visionario perché mi piace vivere alla giornata. La frase che ripeto agli studenti è che l’importante è mantenere i piedi per terra ma con la testa tra le nuvole. Penso che sia un equilibrio perfetto tra il sognare e l’essere consapevoli di non fare il passo più lungo della gamba.”