
Meriterebbe di più, molto di più la Reggina. E ci riferiamo proprio a quel primo posto, perché gli amaranto giocano da primi della classe e hanno risultati da ammazza-campionato. Onore, però, ad un Siracusa che non solo non molla mai, ma si dimostra allo stesso livello dei calabresi. Una sfida affascinante, emozionante ed equilibratissima. Quanto pensa quel punto, quanto pesa quel secondo tempo nello scontro diretto. O forse è da trovare altrove quella distanza minima che a 90 minuti dalla fine della stagione premierebbe i siciliani e befferebbe Barillà e compagni. Non è bastata, nemmeno oggi, l’ennesima vittoria per prendersi quel primo posto. Eppure il CastrumFavara è stato letteralmente mangiato da una Reggina insaziabile in un primo tempo dominato, quasi come fosse frustrata dal non riuscire ad issarsi fino in vetta. Ci si gode tre gol bellissimi e si continua a sperare ancora per altri 90 minuti.
FAME AMARANTO La sfaccettatura più positiva che bisogna prendere, stringere e tenersi cara è legata ad un atteggiamento encomiabile della Reggina. La squadra ha lo stomaco che brontola e si fa sentire fin dall’inizio, anzi si percepisce già dal tunnel che porta in campo. Sguardi concentrati e focalizzati su quell’antipasto che sa già di portata principale. Subito al 3’ i padroni di casa ci provano con cross dalla sinistra di Porcino all’indirizzo di Barillà sul secondo palo, che addomestica il pallone e di sponda trova Ragusa. Posizione promettente, ma tiro alto sopra la traversa. É solo il preludio di un gol che arriva presto, al 10’, e i protagonisti sono sempre gli stessi. Ancora una volta traversone di Porcino ben calibrato a trovare la spizzata di testa di Ragusa. Impatto maestoso dell’esterno amaranto, capace di svettare ben al di sopra dei difensori avversari e piazzare la palla alta e tesa dove Scuffia non può arrivarci. Presi dall’entusiasmo e da una superiorità schiacciate, gli amaranto continuano ad attaccare a testa bassa. Al 14’ c’è contatto dubbio in area tra Barranco e Di Luca. L’attaccante argentino protesta timidamente ma l’arbitro fa capire ad ampi gesti che l’episodio non è abbastanza per un calcio di rigore. Meglio non perdersi in chiacchiere perché la fame non si è placata, si cerca altro da mangiare. Magari una bella fetta di carne argentina, che in campo - proprio per Barranco - significa gol. Di fatto l’attaccante divora tutto al 19’, iniziando l’azione e concludendola. Insomma, chef e anche commensale. Si abbassa a centrocampo e allarga sulla destra, favorendo la discesa poderosa di Giuliodori. Intanto, la punta corre veloce e si piazza in area al momento giusto per ricevere il cross dal compagno. Controllo di petto nell’area piccola e rete facile facile. Non credete, però, che la Reggina sia sazia. Nemmeno il tempo di digerire la carne argentina che ci si riversa nuovamente in attacco. Stavolta l’azione parte sulla sinistra con Ndoye a spingersi verso il fondo del campo e a crossare al limite dell’area, dove Barillà si coordina e scaraventa un bolide imprendibile in rete. E sono tre in un batter d’occhio per la Reggina, peccato che proprio mentre segna il capitano, in contemporanea, va in gol anche il Siracusa. Un boccone evidentemente indigesto come tanti altri in un tira e molla emozionante quanto sfiancante.
DOLCE AMARO Il pranzo della domenica stava andando così bene da sembrare uno di quelli ancora più speciali, come fosse il cenone di Natale. Antipasto, primo e secondo di pregevole fattura. Poi, però, a steccare è stato il pasticcere. Il dolce era amaro e la cena rovinata sul più bello, perché è il gusto finale a rimanere in bocca. In un clima da doccia gelata, dove sia in campo che fuori si conosce bene il risultato del Siracusa (3-0 alla Vibonese), c’è comunque spazio per delle sporadiche fiammate amaranto. Quella di Girasole all’8’ è la più pericolosa, con il difensore a mettere di un soffio al lato di testa da punizione calciata da Grillo. Poco prima di uscire all’11’, sfiora la doppietta Ragusa. Contropiede in parità numerica con Barillà a lanciare l’ex Sassuolo che, entrando in area, si fa rimpallare il tiro.
ORGOGLIO OSPITE Inevitabilmente la Reggina si rilassa, la sensazione di fame non c’è più, così come la piena felicità che solo un primo posto poteva regalare. In tutto questo sapore dolce-amaro si inserisce il CastrumFavara, al quale va fatto un applauso per essere rimasto in partita nonostante la centrifuga amaranto a cui è stato sottoposto. Meritato, quindi, il gol della bandiera al 16’ con Palma a seminare il panico in velocità sulla sinistra per poi cercare il secondo palo e trovare la deviazione vincente di Traore. La rete subita non cambia la sostanza di una domenica fotocopia di tante altre per gli amaranto. Vittoria, niente primo posto e speranza spostata su settima prossima. Il tempo, però, va avanti e tra sette giorni ci sarà l’ultima chiamata. Sarà Reggina o Siracusa?
Il tabellino
REGGINA-CASTRUMFAVARA 3-1
Reggina (4-3-3): Lagonigro; Giuliodori (41’ st Cham), Girasole, Adejo, Ndoye; Barillà (32’ st. Dall’Oglio), Laaribi, Porcino (25’ st. Forciniti); Ragusa (12’ st Renelus), Barranco, Grillo (20’ st De Felice). In panchina: Lazar, Urso, Curiale, Ingegneri. All. Trocini.
CastrumFavara (3-4-2-1): Scuffia; Cannino, Lo Duca, Di Cristina (46’ st. Mirabelli); Sticenko, Baglione, Mudasiru, Palermo (29’ pt. Traore); Tavella (15’ st. Bontà), La Piana (45’ Camilleri); Varela (33’ pt. Palma). In panchina: Pietroluongo, Frangiamone, Bontà, H. Mudasiru, Avanzato. All. Infantino.
Terna arbitrale | Arbitro: Michele Piccolo di Pordenone. Assistenti: Nicolas Prestini di Pavia, Ivan Melnychuk di Bologna.
Marcatori: 10’ pt. Ragusa (R), 19’ pt. Barranco (R), 22’ pt. Barillà (R) 16’ st. Traore (C).
NOTE | Rispettato un minuto di silenzio in memoria di Papa Francesco. Spettatori: 4.510 di cui 47 ospiti. Calci d’angolo: 6-3. Recupero: 2’ pt, 6’ st.