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Niente da fare, la Reggina vince a San Cataldo ma resta seconda

2025-05-04 18:38

Paolo Messina

CALCIO, Serie D, calcio, serie d, Reggina, Sancataldese, Barillà,

Niente da fare, la Reggina vince a San Cataldo ma resta seconda

Adesso, tutta la delusione andrà trasformata in furore agonistico per vincere i playoff

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Peccato davvero. Due parole e poi tanto silenzio davanti ad un sogno infranto all’ultimo per un punto soltanto. La Reggina chiude la stagione regolare del campionato di Serie D lì dove non avrebbe mai voluto e dove si annodano rimpianti e beffe. Il secondo posto degli uomini di Trocini certifica l’impossibilità di completare una rimonta che avrebbe avuto dell’epocale. La corsa a due alla fine ha premiato il Siracusa, che ha avuto il merito di non mollare mai nemmeno di un centimetro. I siciliani hanno fatto il loro dovere anche oggi, vincendo sul campo dell’Igea Virtus e non lasciando più speranza agli amaranto, capaci comunque di prendersi tre punti nel difficile stadio “Valentino Mazzola” di San Cataldo. Proprio oggi - dove si onora la memoria del Grande Torino scomparso a Superga il 4 maggio 1949 – gli amaranto battono i padroni di casa della Sancataldese e, con l’amaro in bocca, spostano l’attenzione sui playoff. 

 

ORGOGLIO CATONESE La partita accende subito i suoi riflettori verso l’arbitro, quando al 5’ sorvola su un presunto calcio di rigore. Cappello perde palla in area e va a contrasto con Barillà. Il capitano amaranto finisce a terra e protesta, ma per il direttore di gara non c’è nulla di scorretto. Tranquillo Nino, il tuo momento arriverà a tempo debito. Reggina che appare decisamente imballata, soffrendo sia l’inevitabile pressione del momento, ma anche le folate avversarie come le percussioni palla al piede di Gueye. Il primo vero squillo calabrese arriva al 22’ con una giocata di Ragusa a liberarsi e correre veloce dalla fascia destra verso il centro dell’area. Giunto al tiro, l’ex Sassuolo trova l’opposizione del portiere Dolenti. Pur soffrendo le fiammate avversarie, gli ospiti non demordono e si affidano alla maggiore qualità tecnica dei singoli. Su tutti spicca Barillà, cuore amaranto dalle mille risorse che anche a mezzo servizio riesce a fare la differenza. Eccolo il tuo momento, Nino. È suo il gol che rompe gli indugi praticamente allo scadere del primo tempo. Proprio l’ultima azione, da cross di Grillo sulla sinistra, porta al vantaggio amaranto. Al centro dell’area Nino da Catona addomestica il pallone e calcia a botta sicura da pochi passi. Il Siracusa è già avanti da una serie di minuti, ma la rete del capitano mantiene vive le speranze a 45 minuti dalla fine del campionato. 

 

RISCHI ED EMOZIONI Da una doccia fredda all’altra o almeno così poteva essere. Sanguinosa palla persa in mezzo al campo della Reggina pronti via ad inizio ripresa (46’) e Gueye va involato verso la porta, venendo abbattuto in area dall’uscita di Lagonigro. Calcio di rigore e proprio Gueye sul punto di battuta. La giocata da campione, però, la compie il portiere. L’ottimo estremo difensore va a coronare una stagione di alto livello parando il tiro dagli undici metri. Come se non fosse già abbastanza, il classe 2006 si dimostra anche reattivo ad andare subito a contrasto nella ribattuta, evitando la classica beffa. Ancora una volta, come in occasione del gol di Barillà, sono le maggiori qualità tecniche dei singoli a fare la differenza in positivo per la Reggina. C’è un altro rigore nel destino degli amaranto ma non è al Valentino Mazzola. Al 59’ l’Igea Virtus trasforma dagli undici metri e pareggia contro il Siracusa. La squadra di Trocini si trova così prima in classifica a mezzora dalla fine della stagione. La gioia e l’euforia, però, durano poco perché gli aretusei al 62’ si riprendono il vantaggio e poco dopo di fatto chiudono ogni discorso al 68’ con un proverbiale 1-3. 

 

TESTA AI PLAYOFF Fa male, malissimo, ma era pronosticabile. Il primo posto e la promozione diretta in Serie C sono sfumati in una montagna russa di emozioni che non ha deluso gli spettatori neutrali ma gli amaranto evidentemente sì. Adesso, tutta la delusione andrà trasformata in furore agonistico per vincere senza sé e senza ma i playoff. A quel punto, tornerà la speranza e quella provvidenza tanto invocata finora e che, prima o poi, farà il suo corso. Reggio merita di più e le 11 vittorie consecutive sono lì a dimostrarlo. 

 

Il tabellino 

 

Sancataldese (3-4-1-2): Dolenti; Tutino, Cappello, Paladini (72’ Tedesco); Chironi (81’ Calabrese), Pedalino (46’ Pisciotta), Germano (62’ Viscuso), Kouame, Montaperto, Catania (81’ Bonilla), Gueye. In panchina: La Cagnina, Blaze, Sottile, Zouine. All. Pidatella. 

 

Reggina (4-3-3): Lagonigro; Giuliodori, Adejo, Girasole, Ndoye; Barillà (68’ Urso), Laaribi, Porcino (78’ Forciniti); Grillo (68’ Renelus), Barranco (85’ Curiale), Ragusa (76’ De Felice). In panchina: Lazar, Cham, Dall’Oglio, Ingegneri. All. Trocini. 

 

Terna arbitrale | Arbitro: Francesco Aloise di Voghera. Assistenti: Marco Tonti di Brescia, Andrea Giulio Adragna di Milano. 

 

Marcatori: 47’ Barillà (R). 

 

NOTE | Ammoniti: Kouame (S) per trattenuta e Lagonigro (R) fallo da rigore, Porcino (R) per intervento scomposto, all. Trocini (R) per proteste. 

Calci d’angolo: 4-4. Recupero: 3’ pt, 6’ st.

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