Reggina, adesso i playoff sono sinonimo di speranza

È cambiato veramente qualcosa? Dipende dalle prospettive. Domenica pomeriggio e, di fatto, durante gli ultimi tre mesi la Reggina ha vissuto di solo due parole: vittoria e speranza. Sempre loro, obiettivo chiaro. La squadra di Trocini ha vinto (11 successi di fila) e ha sperato fino all'ultimo in un passo falso del Siracusa. E adesso cosa si fa? Ci sono i playoff e le parole chiave sono quelle: vittoria e speranza. Non è cambiato molto, del resto. C'è solo - si fa per dire - una Serie C più lontana. 

LE AVVERSARIE Lato sportivo si deciderà tutto nell'arco di una settimana. Da domenica 11 a domenica 18 maggio. Due partite e nulla più. Questi sono i discutibili playoff di Serie D. In palio? Un bel niente di concreto e istantaneo. Solo la speranza, ma per ottenerla serve vincere. Anzi, stavolta per la Reggina basta anche pareggiare. Da seconda in classifica, la squadra amaranto ha il vantaggio dei due risultati su tre al termine degli eventuali supplementari. Altro punto a favore è il campo, visto che la squadra di Trocini giocherà sempre in casa. II primo avversario è la Vibonese quinta in classifica, poi se le cose andranno bene si affronterà la vincente di Scafatese-Sambiase. Certamente non siamo di fronte ad avversari banali, soprattutto considerando una Reggina stancа fisicamente e logorata mentalmente da una rimonta beffarda non riuscita sul Siracusa. Servirà trovare energie psicofisiche nascoste e tirare fuori ancora una volta quella grinta che tanto ha contraddistinto Barillà e compagni nell'ultimo periodo. Così facendo si rispetterebbero i pronostici, che vedono gli amaranto favoriti. 

I CRITERI Se vittoria sarà, speranza si conquisterà. Nient'altro al momento, poiché gli assurdi playoff di Serie D non garantiscono nulla se non quella: la speranza di essere ripescati. Il sistema andrebbe rivisto dalle basi, ma non è un qualcosa di cui può occuparsi la Reggina. Gli amaranto devono tornare in Serie C, altro non gli compete. Per riuscirci, una volta vinti i playoff che scontati non sono, ci si va ad inserire dietro pagamento di una tassa - alla famigerata graduatoria per i ripescaggi. Qui, al momento, la squadra di Trocini sarebbe seconda. Se anche il Ravenna dovesse vincere il proprio raggruppamento playoff, di fatto, complicherebbe ulteriormente le sorti amaranto. 

Altra criticità: a quel punto si dovrebbe aspettare in un fallimento. Ma anche due. Il tutto è davvero antisportivo in un certo senso, ma questo è il sistema. Sperare in disgrazie altrui per entrare nel professionismo, fa rabbrividire solo a scriverlo. Se una società avente diritto non dovesse iscriversi alla prossima Serie C, via con il ripescaggio. Fermi tutti, in questo caso non si andrà a scegliere la prima classificata di quella griglia playoff. Macchè. Si andrà a selezionare la squadra B di una formazione di Serie A. Assurdo su assurdo. Privare una piazza d'Italia del professionismo in favore di una che addirittura raddoppierebbe la presenza. Di sportivo tutto ciò continua ad avere росо. Ма, andando avanti con gli scenari, in questo caso sarebbe l'Inter Under 23, probabilmente, a rientrare. Ecco, allora, che se dovesse non iscriversi in Serie C una seconda squadra avente diritto, si passa al ripescaggio tramite graduatoria. Ed è lì che la Reggina potrebbe fare il salto. Ammesso e concesso di essere prima in lista o se qualcuno eventualmente al di sopra dovesse rinunciare. 

Insomma, tutto ingarbugliato e complesso. Quanto avrebbe fatto un punto in più nella stagione regolare. Ma qual è la parola chiave? II significato di tutto? Speranza, l'ultima a morire.