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175 volte Gianni Condomitti

2025-05-07 09:06

Andrea Albarella

CALCIO, Eccellenza, calcio, Eccellenza, Gianni Condomitti, Cittanova,

175 volte Gianni Condomitti

"Questa maglia per me è famiglia, quotidianità, amore"

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Gianni Condomitti, capitano del Cittanova Calcio, ha raggiunto la soglia delle 175 presenze con la maglia giallorossa. Un percorso fatto di gioie e dolori ma con lo spirito di sempre, quello di dare il massimo per la squadra del suo paese.

 

Con 175 presenze con la maglia del Cittanova, spalmate in sette stagioni, sei il giocatore che ha indossato più volte la casacca giallorossa. A chi dedichi questo risultato?

“Avere raggiunto questo traguardo mi inorgoglisce perché insieme abbiamo fatto la storia e la storia non si potrà mai cancellare, dedico questo risultato a chi mi è stato sempre vicino soprattutto nei momenti di difficoltà che non sono stati pochi, sia personali che di squadra “

 

Come ti senti nel raggiungere questo traguardo di presenze? Cosa rappresenta per te?

“Rappresenta veramente tanto. Questa maglia per me è famiglia, quotidianità, amore. Sono felice di aver raggiunto questo traguardo personale con questa casacca perché è una maglia importante ed è la maglia che rappresenta la mia città.”

 

Quali sono le sensazioni più forti associate alla tua carriera in giallorosso e ad oggi c’è un momento particolare che ricorderai per sempre?

“Il Cittanova per me è una storia d’amore, dove ci sono stati successi incredibili e sconfitte brutte da digerire. Un anno sono andato via per tante incomprensioni ma dopo una stagione e mezza l’amore per questa maglia mi ha fatto ritornare, come dice la canzone di Venditti “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano“, così è stato. Il momento che ricorderò e penso ricorderanno i tanti tifosi è la rete, del 4 a 3, della vittoria che ho siglato al 90° minuto a Vibo Valentia in serie D; a pensarci ancora mi vengono i brividi anche se ci sono state altre grandi vittorie contro squadre importati che hanno fatto la storia a livello nazionale.

 

Con la maglia del tuo paese hai vissuto sia una promozione che una retrocessione dalla serie D, come hai gestito le pressioni sia positive che negative?

“Quando vinci è tutto più facile, uscire farti vedere dalla gente, vedere le persone felici rendono felice anche me, quando perdi non è facile perché ognuno dice il proprio pensiero e anche se non lo accetti devi comunque capire il sentimento di un tifoso e devi cercare comunque di rispettarlo. Le pressioni quando sei del posto sono tante perché ogni tifoso vuole che la propria squadra vinca e nei momenti difficili bisogna cercare di trasformare gli aspetti negativi in positivi.

 

Nel corso della tua carriera hai giocato in varie posizioni del campo, quest’anno per la prima volta hai giocato sia al centro della difesa a quattro che “braccetto” nella difesa a tre. Come ti sei trovato?

“Mi mancavano solo questi due (ride). Credo di essermi disimpegnato bene ma posso sempre migliorarmi e nuovi ruoli possono permettermi di allungare la carriera di qualche anno.”

 

In sette anni hai avuto tantissime persone cha hanno gravitato nel mondo Cittanova Calcio, senza fare del torto a nessuno, chi pensi che ti abbia lasciato degli insegnamenti che ti sono serviti?

“E’ veramente difficile citarne solo uno perché tra le tante persone ognuno a suo modo mi ha lasciato qualcosa, chi a livello tattico e di lavoro chi come persona e uomo, quindi quasi tutti importanti e utili per la mia crescita personale e professionale”.

 

Il pubblico di Cittanova negli ultimi anni è diventato molto esigente, visto le stagioni nel massimo campionato dilettantistico, che rapporto hai con loro?

“Bisogna capire che ci sono anche annate di ripartenza e la maglia è una fede che non si abbandona mai. Ho un bel rapporto con tutti, quando parlo con loro è come se parlassi con un membro della famiglia perché comunque siamo sulla stessa barca e vogliamo il meglio per questa squadra”

 

Ancora presto per parlare di futuro, quante possibilità ci sono di potere disputare l’ottava stagione al “Morreale Proto”?

“Dipendono da tanti fattori, perché arrivi ad una certa età che gli obiettivi e gli stimoli cambiano. Vorrei puntare a fare un campionato da protagonista e non accontentarmi, se queste mie volontà sono anche quelle dell’ambiente allora mi piacerebbe scrivere nuove pagine insieme.”

 

Hai raggiunto la soglia dei “trenta” e ancora tanti anni di carriera da disputare, hai pensato a cosa fare quando smetterai? Vorrai rimanere nel mondo del calcio?

“Mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio, infatti più avanti vorrò fare il corso di direttore sportivo professionista se riesco visto che è un ruolo che mi ha sempre affascinato. Mi auguro di farlo sempre con la voglia, la passione e la testa che ho messo anche da calciatore.”

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