
Può una vittoria con il minimo scarto essere emozionante, epica, sofferente, sfiancante, intensa e ricca di sentimenti contrastanti? Se il tutto è scritto da una penna come quel mitologico Omero probabilmente sì, ma ai giorni nostri c'è un altro autore d'eccezione e si chiama pallone. Il calcio è questo, emozione pura. Allora sì che un 1-0 con la Reggina a vincere i playoff negli ultimi istanti del secondo tempo supplementare può essere leggendario. Una battaglia logorante quanto stranamente poetica è l'epilogo di una stagione che non passerà inosservato. Poi, per la storia ci vorrà altro, tipo un ripescaggio, ma si finisce con il botto.
CALMI MA DECISI I protagonisti indiscussi della partita sono indubbiamente gli amaranto e lo si capisce fin dall’inizio. Come? Con un illusione ottica del gol al 9’. Così, tanto per cominciare. Ragusa corre veloce sulla sua fascia di competenza, arriva sul fondo e alza la testa. In mezzo ci sono i ben appostati Barranco e Grillo, ma l’ex Sassuolo la pensa diversamente e appoggia a rimorchio per lo smarcato Barillà. Tiro potente del capitano amaranto, spentosi di poco al lato sulla rete esterna. Molti gridano al gol, ma l’unica realtà è la grinta pronti via della Reggina. Stessa posizione, minuto diverso, dalla medesima mattonella di Barillà al 17’ conclude Giuliodori, scaldando i guantoni a Becchi che si ritrova tra le braccia un pallone calciato forte ma troppo centrale. La corsia destra risulta essere intasata soprattutto con Giuliodori sempre propenso a spingersi in avanti. Allo scoccare della prima mezzora di gara l’argentino riesce a pescare Grillo al centro dell’area con un cross ben calibrato. Colpo di testa poderoso ma pallone fuori dallo specchio della porta per poco. Una dopo l’altra, le azioni della Reggina si fanno sempre più interessanti. La supremazia totale del palleggio non c’è, ma a differenza dei padroni di casa, la Scafatese non riesce a rendersi mai realmente concreta sulla trequarti avversaria.
AFFANNI E SFORTUNE Occhio che non è tutto rose e fiori. Se crei tanto e non segni, devi per forza di cose fare i conti con una delle tante leggi non scritte del mondo del calcio. Non siamo arrivati alla meschina “gol sbagliato, gol subito” ma la Reggina negli ultimi scampoli di primo tempo deve fare i conti con l’esaltazione avversaria. Se non concretizzi, dai forza agli avversari che si confortano con il non essere andati sotto e ripartono con maggiore vigore. È proprio il caso della Scafatese che, complice qualche errore di troppo del duo difensivo Capomaggio-Cham, avrebbe una serie di potenziali occasioni per far male agli amaranto. Le polveri, però, sembrano essere bagnate per entrambe le squadre e si va al riposo a reti involate. Serve una scossa, una giocata del singolo e ad avvio di secondo tempo sembra lì lì per arrivare. Ancora una volta, per l’ennesima volta all’interno di una stagione per lui encomiabile, Ragusa semina il panico sulla sua fascia per poi dispensare cioccolatini tutti da scartare ai compagni. Al 2’ è Barranco a pregustare tutto quel buon cioccolato da cross basso, ma va al tiro di prima con il corpo troppo all’indietro e spara alto in curva. Una sorta di rigore in movimento sprecato, ma meglio non parlare di rigori quando l’avversario è la Scafatese. In campionato a Scafati quella fu una partita stregata per undici metri culminati sulla traversa. Qui, però, la questione sembra più ampia. Nessuna manovra conduce al gol e quella porta diventa lontana. Si gioca sulla consapevolezza che la Reggina ne ha palesemente di più sul piano tecnico quanto fisico. Ma allora perché non basta a gonfiare la rete? Difficile dirlo. Poi, se ci si mette anche la sfortuna, non se esce. Come per Barranco, che in due occasioni tra il 10’ e il 20’ si vede annullare il gol per fuorigioco e al 22’, come se non fosse abbastanza, deve fare i conti con la punta delle dita di Becchi che gli alzano il pallone sopra la traversa quel tanto che basta, dopo conclusione dal limite dell’area piccola.
NERVI E SOFFERENZE Tutto questo gran parlare di quanto attacca la Reggina che i minuti passano inesorabilmente e si sta appesi ad un filo sottilissimo e pericoloso. È vero che basterebbe il pareggio ai supplementari, ma occorre solo una sbavatura e si perde tutto con il minimo scarto. Uno scenario che sembra materializzarsi prepotentemente al 27’ quando Cham non con copre bene sulla sua fascia e, nella confusione generale, il pallone arriva a galleggiare in area di rigore amaranto. Tra le marcature spunta Molinaro, che devia verso la porta da pochi passi. Lagonigro mura e sventa il colpo di scena clamoroso. Stessi protagonisti al minuto 36’ quando è ancora il portiere amaranto a superarsi su conclusione ravvicinata di Molinaro. Si soffre e si rischia, adesso, dalle parti della Reggina, poco pulita nella manovra e con una serie di errori tecnici evitabili in fase d’impostazione. I nervi non possono che non diventare tesi, tesissimi, sul finire di gara ma si sfocia nel comportamento scorretto a pochi istanti dall’esaurimento del recupero. De Felice si ritrova accerchiato da giocatori della Scafatese in una polemica che divampa subito, fino a che lo stesso attaccante numero 77 finisce a terra colpito nella mischia da Aliperta. L’arbitro ci vede bene nella confusione generale ed espelle il calciatore giallazzurro, ammonendo soltanto De Felice.
AD OLTRANZA Le forze sono finite per tutti, adesso i nervi e la freddezza fanno la differenza in una mezzora da tempi supplementari al cardiopalma. In superiorità numerica e con il pareggio a rappresentare la vittoria, la Reggina è legittimamente in avanti. Ma si può essere tranquilli dopo un mare in tempesta e una terra ferma che non si scorge all’orizzonte? Intanto, i primi quindici minuti scorrono via con una pressione indicibile. “La tensione si taglia con il coltello” è la più classica delle espressioni, ma qui semplicemente non si sta fermi dalla tensione nervosa. In bilico c’è una stagione intera e forse anche di più. Impossibile mantenere la calma. L’azione più pericolosa è di marca amaranto con Renelus a rubare palla alla difesa avversaria sulla trequarti e partire involato verso la porta. A tu per tu con il portiere, gli calcia addosso e spreca tutto.
EPILOGO FOLLE Il sipario della stagione si chiude con 15 minuti di fuoco agonistico dove la situazione in bilico può portare ovunque e dovunque con gli scenari. Le due squadre sentono il peso di ogni giocata ma è la Reggina a soffrire maggiormente la pressione come mai prima d’ora in stagione. Ad un nulla dal traguardo, la sensazione di veder sfumare tutto gioca inevitabilmente brutti scherzi. C’è chi perde anche la testa come Ndoye che al 4’ del secondo tempo supplementare commette un’entrataccia e si fa espellere. Parità ristabilita e altra epicità gettata a valanga sulla pazzesca narrativa di una sfida che i tifosi neutrali apprezzano ma che i sostenitori del Granillo vivono con apprensione. Può essere abbastanza? Non per il calcio, che non conosce limiti e non mette freno alle emozioni. Allora succede che a due minuti dalla fine del secondo tempo supplementare (!) Barranco è solo sulla fascia destra con la difesa avversaria sbilanciata. Cross in mezzo e Renelus ad appoggiare in rete da pochi passi. Sarebbe potuto arrivare agli albori del primo tempo, invece il gol della Reggina si materializza ad un nulla dal 120’. Se non è romanzo d’avventura questo, allora non sappiamo cosa sia. Chissà se sarà ripescaggio, intanto si chiude nella maniera più intesa l'annata 2024-2025.
Il tabellino
Reggina (4-3-3): Lagonigro; Giuliodori (8’ pts. Vesprini), Capomaggio, Girasole, Cham (31’ st. Ndoye); Barillà (33’ st. Urso), Laaribi, Porcino; Grillo (22’ st. De Felice), Barranco, Ragusa (44’ st. Renelus). In panchina: Martinez, Adejo, Curiale, Forciniti. All. Trocini.
Scafatese (3-5-2): Becchi; Di Paola, Altobello, Magri; Cham, Potenza (1’ sts. Colley), Vacca (17’ st. Aliperta), Esposito, Santarpia (41’ st. Palmieri); Gagliardi (17’ st. Neglia), Foggia (24’ st. Molinaro). In panchina: Antignani, Maiorano, Chiarello, Palmieri, Markic. All. Atzori.
Squadra arbitrale | Arbitro: Alessandro Colelli di Ostia Lido. Assistenti: Filippo Scorteccia di Firenze, Giuseppe F. Magnifico di Bari. Quarto ufficiale: Dario Acquafredda di Molfetta.
Marcatori: 13’ sts. Renelus (R).
Note | Spettatori: 4.519 di cui 218 ospiti. Ammoniti: Di Paola (S) e Girasole (R) per intervento scomposto, De Felice (R) per proteste, Altobello (S) per fallo tattico, Barranco (R) per gioco scorretto. Espulsi: 45’ st. Aliperta (S) per gioco antisportivo, 4’ sts. Ndoye (R) per fallo irruento. Calci d’angolo: 9-5. Recupero: 5’ st, 2’ pts., 3’ sts.