
L’Inter, in un 31 maggio che sarà anche ricordato per la disfatta consumatasi a Monaco di Baviera nella finale di Champions League contro il Paris Saint Germain (data evidentemente poco fortunata per i meneghini visto che, nella stagione 1971-72, la finale dell’allora Coppa dei Campioni persa contro l’Ajax fu giocata il 31 maggio…) saluta una figura di grandissimo spessore, l’indimenticato ex presidente Ernesto Pellegrini; come riportato dalla nota della società “presidente che per undici anni ha guidato l’Inter con saggezza, onore e determinazione, lasciando una impronta indelebile nella storia del club”.
Era il gennaio del 1984 quando l’allora quarantatreenne imprenditore milanese Ernesto Pellegrini acquistò l’Inter divenendone il 17º presidente. A passargli la mano fu Ivanoe Fraizzoli che ricopriva la prestigiosa carica, ereditata da Angelo Moratti, dal 1968. Sotto la sua gestione (il primo dei tanti grandi colpi di mercato fu l’ingaggio del panzer tedesco Rummenigge) la squadra ritorna protagonista vincendo uno Scudetto (quello dei record... lasciandosi dietro il Napoli di Maradona e il Milan del fantastico trio olandese), una Supercoppa italiana (battendo in una gelida serata milanese di fine novembre la Sampdoria) e (dopo aver mancato per due volte l’approdo in finale a metà degli anni ‘80, a fermarne la corsa in entrambi i casi fu il Real Madrid implacabile ogni qualvolta era chiamato a ribaltare il risultato al Santiago Bernabeu...) ritorna a dire la sua anche in campo europeo (era dai tempi di Angelo Moratti che la campagna europea interista era magra…) vincendo per due volte la Coppa U.E.F.A. (nel 1991 e nel 1994 superando nelle doppie finali Roma e Salisburgo). L’anno dopo aver conquistato il quarto alloro (altrettanti ne conquistò Ivanoe Fraizzoli) Pellegrini cederà l’Inter a Massimo Moratti, assieme a papà Angelo, gli unici tre presidenti che l’han fatta brillare in campo internazionale.