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Gennaro Gattuso, il primo calabrese a sedersi sulla panca azzurra

2025-06-21 08:42

Francesco Lacquaniti

CALCIO, calcio, Nazionale Italiana, Gennaro Gattuso, Mondiali di calcio,

Gennaro Gattuso, il primo calabrese a sedersi sulla panca azzurra

Chiamata prestigiosa per "ringhio", la cui risposta sarà di riportare l'Italia ai mondiali

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Per la prima volta in assoluto un calabrese (Gennaro Gattuso...) guiderà la nazionale italiana di calcio. Nato nel cosentino (a Corigliano Calabro, oggi Corigliano-Rossano) il 9 gennaio 1978 il calcio è nelle corde della sua famiglia (il padre, Franco, ha giocato a discreti livelli tra i dilettanti). 

 

Giocare a calcio era il suo svago preferito (con gli amici uno dei posti prediletti era la spiaggia). Uno svago che ben presto sarà il suo mondo. Giunto, infatti, all’età di 12 anni fa un provino col Bologna venendo scartato e poi ne fa un secondo col Perugia che per la gioia sua e della sua famiglia va a buon fine venendo tesserato con le giovanili della squadra umbra. La sua crescita è molto rapida e trascorsi pochi anni (il 10 marzo 1996) esordisce in prima squadra (a guidare il Perugia, all’epoca militante in Serie B, c’era Giovanni Galeone) in occasione della trasferta col Palermo (subentrerà a Negri). La sua prima non sarà delle migliori, ai piedi del monte Pellegrino arriverà una sconfitta che, però, non inficerà la corsa verso la Serie A del Perugia conquistata centrando la terza piazza. La stagione seguente viene confermato e dopo aver calcato i campi della cadetteria calcherà anche quelli della massima serie mettendo insieme 8 presenze (la prima, il 22 dicembre 1996, al Renato dall’Ara col Bologna, la squadra che qualche anno prima lo aveva scartato). 

 

Giunti, però, nella primavera del 1997 rescinde il contratto con i grifoni per trasferirsi in Scozia (ai Rangers). La F.I.G.C. (restia nel concedergli il transfert) ne rallenta il passaggio e per esordire con gli scozzesi deve attendere il mese di agosto. Il calcio britannico ne esalta la sua peculiarità (la grinta) divenendo ben presto un idolo della tifoseria ma l’avventura in terra scozzese, soprattutto per il cambio in panchina (il nuovo allenatore, Advocat, lo vedeva meglio come difensore, ruolo a lui non congeniale), durerà una sola stagione. 

 

Ritornato in Italia si accasa alla Salernitana in Serie B. Dodici mesi dopo arriva il grande salto (il trasferimento al Milan). In maglia rossonera rimarrà 13 stagioni collezionando 468 presenze condite da 11 reti (9 in campionato e 2 nelle coppe europee) e una sfilza (10 per l’esattezza...) di trofei nazionali e internazionali a far da cornice. Durante la permanenza al Milan arriva anche la convocazione nella nazionale italiana (la trafila con la maglia azzurra l’aveva iniziata nel 1996 con l’Under 18…) che lo vedrà laurearsi campione del mondo nel 2006. 

 

Finita l’esperienza milanese (nel 2010 dirà addio anche alla nazionale) nel 2013 oltrepassa nuovamente le Alpi trasferendosi in Svizzera (al Sion) rivestendo, per un breve periodo, il ruolo di allenatore/calciatore. Ruolo (quello in panca) che ricoprirà stabilmente a partire dal 2013 quando verrà chiamato a guidare il Palermo in Serie B. Sollevato dall’incarico dopo solo sei giornate riprende ad allenare dopo un anno e lo farà con i ciprioti dell’Ofi Creta dimettendosi il 30 dicembre 2014. Nell’agosto del 2015 firma un biennale col Pisa (stagioni in chiaro scuro con una promozione in Serie B a cui seguirà la retrocessione che ne segnerà il suo addio). Chiamato a guidare pochi mesi dopo il Milan Primavera nel novembre del 2017, in seguito all’esonero di Vincenzo Montella, viene promosso in prima squadra rimanendoci due stagioni. 

Nel dicembre del 2019 il Napoli esonera Carlo Ancelotti e arriva un’altra chiamata importante. Sulla panca dei partenopei siederà per due stagioni vincendo la Coppa Italia. 

 

Dopo uno stop di qualche mese (il 25 maggio 2021 si era accordato con la Fiorentina ma per divergenze dovute alla campagna di rafforzamento non fu mai messo nero su bianco), dal gennaio 2022 riprende ad allenare all’estero accomodandosi sulle panche di: Valencia, Olympique Marsiglia e Hajduk Spalato. Rescisso il contratto con i croati per l’ex centrocampista che aveva grinta da vendere (il soprannome che gli fu cucito “ringhio” gli calzava a pennello) arriva la chiamata più prestigiosa (quella della nazionale italiana...). Chiamata la cui risposta che sarà chiamato a dare (come da lui stesso asserito nel corso della presentazione di giovedì 19 giugno…) sarà quella di riportate la malconcia maglia azzurra ai mondiali di calcio che non la vede approdare dal 2018. Tantissimo per una nazionale che ha scritto pagine gloriose (le prime con colui che fu il primo C.T. unico, Vittorio Pozzo) laureandosi per 4 volte campione del mondo.

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